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La Sueddeutsche: “Dall’Azerbaigian alla Russia, gli Europei sono un regalo per alcune dittature”

Il regime autoritario di Aliyev, come quello di Orban, usano lo sport per ripulirsi l’immagine. La Russia è squalificata per doping, e ha un conflitto in corso con l’Ucraina

La Sueddeutsche: “Dall’Azerbaigian alla Russia, gli Europei sono un regalo per alcune dittature”

Quando Michel Platini, allora Presidente dell’Uefa, ridendo per la “troppa vodka bevuta a Kiev” propose l’Europeo itinerante era il 2012.  “Basta che ogni Paese costruisca uno stadio e un aeroporto”, disse scherzando. Quasi dieci anni dopo eccoci qua. Ma il torneo che doveva essere il simbolo dell’unificazione europea è anche una grande occasione per alcune dittature di rifarsi una reputazione accettabile grazie allo sport.

Lo scrive la Sueddeutsche Zeitung ricordando i casi dell’Azerbaigian, dell’Ungheria e della Russia.

“Ciò vale in particolare per la più orientale delle undici sedi: Baku, la capitale dell’Azerbaigian. Attivisti per i diritti umani denunciano da anni la situazione nel regime autoritario del presidente Ilham Aliyev, e dopo il nuovo scoppio del conflitto tra Azerbaigian e Armenia nella regione del Nagorno-Karabakh nel 2020, secondo Amnesty International la situazione è nuovamente peggiorata. La guerra ha provocato numerose violazioni dei diritti umani contro la popolazione civile e crimini di guerra. All’interno del paese, le autorità hanno sfruttato il conflitto per adottare misure ancora più rigide contro i critici. Decine di membri dell’opposizione e attivisti sono stati arbitrariamente arrestati e i diritti fondamentali restano limitati. Ma l’autocrate Aliyev può ancora presentarsi ospite degli Europei, utilizzando lo sport per per farsi pubblicità”.

“Come Baku, Budapest difficilmente avrebbe ospitato il Campionato Europeo senza l’idea di un torneo itinerante”. Per Viktor Orban “lo sport è un settore strategico, in particolare al calcio. I membri del Fidesz Party di Orban sono responsabili di molti club. Un sacco di soldi sono confluiti nello sport negli ultimi anni, non solo nella piccola città di Felcsut, dove Orban ha una grande proprietà, ma in tutto il paese”. Il tutto mentre nel frattempo il suo regime restringe sempre di più le libertà fondamentali.

E poi c’è San Pietroburgo. “Gli Europei sono il primo grande evento sportivo che si svolge in Russia da quando il Tribunale sportivo internazionale (il Tas) ha emesso una squalifica di due anni a causa dell’esteso sistema statale di doping. Ma questo vale solo per i Campionati del Mondo e i Giochi Olimpici. Il Campionato Europeo – e quindi uno dei tre maggiori eventi sportivi dell’anno -, invece, è classificato dal Tas come “evento regionale/continentale”. Ma non è tutto: nonostante il divieto, la Russia potrà addirittura ospitare un numero particolarmente elevato di partite e diventare così la seconda sede più importante del torneo dopo Londra, che ospita la finale”.

La Russia ha in corso un conflitto con l’Ucraina. Solo questa settimana c’è stata una grande protesta in Russia perché le nuove maglie della nazionale ucraina mostrano una sagoma con i contorni del Paese – compresa la penisola di Crimea, che la Russia ha annesso nel 2014 in violazione del diritto internazionale e la considera propria. La disputa era già un problema quando i gironi sono stati sorteggiati, perché la Uefa ha escluso fin dall’inizio un turno preliminare tra Russia e Ucraina. Una cosa del genere non era mai successo prima”.

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