Al Corsera: «Per allenare in Italia devi avere conoscenze che non ho saputo coltivare: andare all’estero è stata un’esigenza»
Il Corsera intervista Marco Rossi Ct dell’Ungheria (qui una nostra intervista a lui)
A proposito dell’interesse politico per il calcio in Ungheria.
«Non saprei cosa rispondere, perché ho il mio bel daffare col calcio. Quello che è certo è che parte dei soldi delle tasse sono stati destinati agli impianti per il calcio e questo ha attirato delle critiche».
Dall’Italia telefonate?
«Solo dall’ex presidente del Lumezzane che mi diede la prima opportunità in C1. Per poter avere chance di allenare in Italia devi avere requisiti e conoscenze che non ho saputo coltivare: andare all’estero è stata un’esigenza».
Avere un figlio pallanotista le insegna qualcosa?
«Quando i miei giocatori si lamentano della fatica, glielo dico: vi stanchereste solo a guardare gli allenamenti della pallanuoto».
Lucescu e Bielsa.
«Non so quanto riesco a portare in campo di quello che ho appreso da loro. Ma mi sono rimaste due cose: cercare di capire e rispettare le situazioni ambientali e di vita quando lavori in un’altra cultura calcistica. E poi quella di non smettere mai di aggiornarmi e migliorarmi. Perché il calcio sembra facile, ma è fatto di dettagli che cambiano in continuazione».