Sul Corriere della Sera. L’Italia è “una parte di casa nostra dove si passa, si pranza e non si paga”. E’ “un abbraccio, non sono viscere”
Sul Corriere della Sera Mario Sconcerti scrive dell’Italia, attesa stasera al secondo appuntamento agli Europei contro la Svizzera.
“La partita non dipende dalla Svizzera. Dipende da come correrà l’Italia. Quando l’Italia gioca toccando appena la palla trova spazi dovunque e ha pochi rivali. Ma bisogna capire che non è normale riuscirci, quasi nessuno ci riesce al mondo e non basta volerlo”.
E passa a parlare dell’entusiasmo che c’è attorno alla Nazionale quasi con una certa preoccupazione. L’Italia non ha tifosi duri e puri, scrive. Al primo scivolone si abbandona il tifo per la Nazionale e si torna al calciomercato.
“C’è intorno all’Italia un entusiasmo facile e un po’ vigliacco: dare tanta fiducia a una Nazionale significa spesso abbandonarla alla prossima sconfitta. L’ho visto fare tante volte, dalle bandiere alle stalle. E lentamente ho anche capito perché. Perché la Nazionale non ha tifosi duri e puri, è una parte di casa nostra dove si passa, si pranza e non si paga. Non si segue da tifosi reali, scaramantici, diffidenti e in piena ideologia. Alla fine se va male si torna al calcio mercato. L’Italia è un abbraccio, non sono viscere. È una costruzione esistenziale che combacia con soluzioni estive, abitudini a slogan e cortei, un gran bel pretesto per stare bene insieme, ma non è il tifo che fa male, dove ogni partita è normalmente sofferenza. L’Italia è un sogno, ma la domanda subito dopo il risveglio resta, chi abbiamo comprato?“.