Il presidente della Fip a La Gazzetta dello Sport: “Il problema è solo del basket, nel calcio c’è entusiasmo per l’Italia. C’è tanta amarezza”
Dopo il successo della Virtus Bologna sull’Olimpia Milano nella finale scudetto della Serie A di basket, la vera notizia è arrivata da due protagonisti di queste squadre e soprattutto della Nazionale Italiana. Marco Belinelli e il capitano Gigi Datome hanno deciso di non partecipare al torneo preolimpico di Belgrado (29 giugno-4 luglio) in cui l’Italia si giocherà un pass alle Olimpiadi di Tokyo.
Entrambi non più giovanissimi, hanno deciso di non forzare il proprio fisico, approfittandone per riposo e trattamenti medici. Una scelta che però al presidente della Fip, Gianni Petrucci, non è andata giù e si è espresso così nell’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport.
Fa male, ne soffro perché è lo specchio di un sistema sbagliato. Il basket italiano si riempie la bocca di Nba, Eurolega e poi non capisce che l’Olimpiade vale molto di più, è la laurea dello sport. E si diventa campioni inseguendo il sogno olimpico.
Mi chiedo come mai il riposo e gli interventi chirurgici vengono sempre programmati in coincidenza dell’attività della Nazionale. E se avessero dovuto giocare la finale scudetto fino a gara-7 si sarebbero risparmiati? Credo che un campione davanti alla prospettiva di giocare un’Olimpiade farebbe di tutto per esserci.
Il problema è solo del basket? Purtroppo sì, guardate nel calcio con quale trasporto gioca la Nazionale. Ha riportato entusiasmo.
Questa generazione non ha lo spirito olimpico delle precedenti. Meneghin non avrebbe mai rinunciato, come Myers. Tutti sono utili e nessuno è indispensabile. Non voglio parlare di singoli, c’è tanta amarezza.