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La ritrosia italiana al Black Lives Matter parte da lontano, non abbiamo neri in Nazionale

POSTA NAPOLISTA – Kean sarebbe un caso isolato. Siamo in compagnia di Russia, Macedonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Polonia. Il calcio è lo specchio della società

La ritrosia italiana al Black Lives Matter parte da lontano, non abbiamo neri in Nazionale

Caro Napolista, in tv Marchisio ha sottolineato, giustamente a mio avviso, come soltanto alcuni dei calciatori italiani si siano inginocchiati prima dell’inizio del match, a differenza dei gallesi.

Ora, come voi stessi avete più volte messo in evidenza, il calcio italiano, che alla fine è specchio della società italiana, non è molto attento, per usare un eufemismo, ai temi della discriminazione, per cui per la verità ci sarebbe poco da sorprendersi.

Soprattutto se si considera un ulteriore aspetto, che non mi pare venga mai abbastanza rimarcato, sebbene mi paia ancor più importante, e per certi versi sconcertante: l’assenza di calciatori di colore nella nostra nazionale. Se si va a vedere, l’Italia è l’unico Paese dell’Europa occidentale a non averne in questo Europeo, e fa così compagnia a Russia, Macedonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Polonia. Un gruppetto che da solo racconta tanto.

Si potrà dire che nel giro della nazionale c’è comunque Kean, ma è un unicum come lo sono stati i Balotelli, i Ferrari, i Liverani.
Il punto è, mi pare, che questa scarsa rappresentanza in nazionale non sia altro che la logica conseguenza di una scarsa presenza di calciatori di colore italiani nella nostra Serie A. Sbaglierò, ma a me vengono in mente soltanto, Okaka nell’Udinese, Capradossi nello Spezia, e i giovanissimi Oddei, nel Sassuolo, e Udogie, nel Verona. Nessun altro, in 20 società, pur con le panchine lunghe attuali.
È normale? È casuale? Forse varrebbe la pena rifletterci.
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