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«Fa molto macho insultare i figli e la moglie di Morata, diventi anche famoso su Twitter»

L’editoriale di Marca sulle minacce ai figli dell’attaccante della Spagna: “Se la pensi così sei un decerebrato. E devi solo correre a nasconderti”

«Fa molto macho insultare i figli e la moglie di Morata, diventi anche famoso su Twitter»
Siviglia (Spagna) 19/06/2021 - Euro 2020 / Spagna-Polonia / foto Uefa/Image Sport nella foto: esultanza gol Alvaro Morata

Morata ha denunciato le minacce alla sua famiglia, ai suoi figli, dopo aver sbagliato la partita contro la Polonia. L’attaccante della Spagna e della Juve ha incassato l’ovvia solidarietà di tutti, dopo lo sfogo. Tra i tanti commenti al riguardo si segnala un editoriale di Radio Marca, firmato da Pablo Lopez, particolarmente appuntito.

“Immagina di andare a La Cartuja e che, a una delle porte di accesso, vedi dei bambini con la maglietta di Morata. Forse hanno il nome “papà” sulla schiena. Forse anche il volto della donna che li accompagna ti sembra familiare. Non lo so, l’ha vista su una rivista o sui social… Tu, che senti la nazionale spagnola più di chiunque altro, li rimproveri. Li insulti. Gridando magari. In modo che quelli intorno a te sappiano che sei il più incondizionato tifoso della Spagna. Che non ti fregano, a te. Sono figli, sì, ma sono i figli dell’attaccante che ha sbagliato il gol. Non importa se sembrano spaventati. Non te ne frega niente se piangono. Piangerò anch’io se perdo l’Europeo…”.

“Tutto quello che voglio – pensi – è che mi sentano dire che il loro padre è terribile, che è una merda e che dovrebbero vergognarsi di indossare quella maglietta. Ho anche un messaggio per la madre. Devo improvvisarlo. Penso che opterò per un classico: non segna perché sta con te. Credo che sia italiana, ma non ne sono sicuro. Non conosco insulti in italiano. Al massimo, li finisco in -i-. Se non mi piace la faccia con cui mi guarda, la chiamo puttana. Sì, la chiamerò così. Per essere stata con Morata. Che sbaglia i gol“.

“Ovviamente termino la discussione con un ‘frocio’. Da manuale. Che sono molto macho. E affronto il calcio come un uomo. Adempio al tuo obbligo. Ho fatto capire a quegli idioti chi comanda qui. Poi quando il gioco sarà finito, – o se no, prima, a volte mi annoio – gli dico quattro cose su Twitter. E su Instagram. A volte mi lascio andare. Sono un po’ un bruto, lo ammetto. Ma sono un bravo zio. Amico dei miei amici. Se sei mio amico, sei mio fratello. Sono un po’ rude, ma una brava persona”.

Spero che qualcuno mi ritwitti così divento virale. O famoso. È che non mi piace Morata. Non capisco perché lo pagano così tanti soldi. E quando vedo qualcuno con la sua maglietta, il sangue mi ribolle. Non faccio attenzione se sono bambini o adulti. Non è importante. Quello che voglio è vincere. E se è con un gol di Morata, allora compro la sua maglia. No, anche di più. Che io sono quello che sente i colori più di tutti. Mi tatuerò Morata. Per sempre con me”.

“Non credo per un secondo che i figli di Morata avranno incubi per me. Quando un omone si è avvicinato a loro – molto grosso, arrabbiato, molto arrabbiato, pelato, beh, che puzza di alcol…”.

Se leggi o senti questo, e il tuo stomaco non si rivolta, sei uno di loro. Se ti sembra una ferocia tipica di un decerebrato, bastardo e impresentabile, sei uno dei miei. Questa è la tua squadra. Tutti vogliamo che vinca la Spagna. Ma ci sono limiti che non dovrebbero essere superati. Se li passi, il tuo posto non è qui. Il tuo posto dovrebbe essere all’ombra”.

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