Al Corriere: «Non è facile presidiare tutti i possibili punti di arrivo nel nostro Paese. È in fase di definizione un piano per fronteggiare la situazione».
Il Corriere della Sera intervista Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute. Il tema è quello dell’arrivo in Italia dei tifosi inglesi per la partita tra Inghilterra e Ungheria. Chi proviene dal Regno Unito deve sottostare ad una quarantena obbligatoria di 5 giorni, a causa della diffusione della variante Delta.
«La quarantena deve essere osservata in maniera rigorosa. Nel Regno Unito il numero dei contagi è in salita e anche quello dei decessi, sia pur di poco. Il problema è se la regola viene rispettata, se si riesce davvero a fare in modo che chi arriva dal Regno Unito osservi il periodo prescritto di isolamento. Considerati i tempi, però, è impossibile venire adesso in Italia per vedere la partita di sabato osservando la quarantena».
Continua:
«Non è facile controllare migliaia di persone, come non è facile presidiare tutti i possibili punti di arrivo nel nostro Paese. È comunque in fase di definizione un piano per fronteggiare la situazione, ho fiducia nel lavoro delle autorità competenti. Io personalmente metterei controlli mirati anche all’ingresso dello stadio come estrema barriera: se vuoi entrare, devi dimostrare quando sei entrato in Italia».
Sulla richiesta di Draghi di spostare la finale da Londra in un’altra città europea:
«Credo che si possano trovare anche altre soluzioni senza spostare la partita, a patto che si adottino misure più restrittive, come il rafforzamento della quarantena prima e dopo l’evento o come il doppio tampone. Bisogna capire però se queste misure possono essere concretamente adottate e messe in atto. Se invece lasciamo migliaia di persone libere di spostarsi da un Paese all’altro, da uno Stadio all’altro, allora i rischi sono molto alti. È importante anche riuscire a convincere i tifosi a restare a casa e a tifare per la propria squadra davanti alla tv».