Intervista a L’Equipe: «Non sono più la squadra del catenaccio. Mbappé e Neymar non giocano per la squadra. Guarda caso, Francia Germania e Portogallo hanno allenatori di lungo corso»
L’Equipe intervista Louis van Gaal e ci tiene a far sapere che lo ha intervistato prima che fosse convocato dalla Federazione olandese per un eventuale reincarico alla guida della Nazionale olandese. Tre pagine a parlare di calcio. Come al solito, dense, interessanti, da bere.
Il primo concetto è che un allenatore non può guidare per troppo tempo la stessa squadra.
«Non conosco quel che è successo con Francia Germania e Portogallo ma è una buffa coincidenza che hanno lo stesso allenatore da nove, sette e quindici anni. Quando guida la stessa squadra per troppo tempo, non tocchi niente, hai fiducia nei giocatori. A volte mi chiedo: “Perché i giocatori non ci arrivano?” Perché l’equilibrio tra i giocatori e l’allenatore è rotto».
Della Francia e del Portogallo dice: «Non sono squadre, sono una somma di individualità».
Questo non vuol dire che allenare significa essere contro i calciatori.
«Penso di aver vinto tutti questi titoli perché ho ascoltato i giocatori, quando sono venuti con argomentazioni. Ma ho una visione chiara di ciò che voglio fare, e questa visione ha portato a vincere molti titoli. Allenare è una ricerca perpetua. L’allenatore sceglie i giocatori. Cerco di avere il controllo sulle mie squadre, sempre. E quando non accade, vado via. La maggior parte dei giocatori non può avere una visione dell’interesse della squadra. Immagina di allenare Mbappé… Penso che sia complicato. Fisicamente e tecnicamente, è un giocatore fantastico. Ma tatticamente, non è ancora al top. Quando può fare un passaggio, e invece dribbla e perde la palla, e gli succede spesso, sta giocando per la squadra? Me lo domando. Si chiama gestire il proprio status. (…) Pensi che Neymar giochi per la squadra? Non credo. Mi piace il grande giocatore che è in grado di gestire il proprio contesto. Giocatori come Kanté e Modric sono un esempio di buoni giocatori che lavorano per la squadra.
Fa i complimenti all’Italia di Mancini:
«Per me sono la squadra migliore. Sono giocatori di qualità, non importa chi possa far gol, giocano da squadra. Le partite si giocano sui dettagli come sulle decisioni del Var o dell’arbitro. Diciamo che per il messaggio che emergerebbe, spero che vinca l’Italia. Contrariamente a prima, quando giocavano col catenaccio, producono un sistema di gioco attrattivo».