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«Per Berrettini le difficoltà non sono un limite. Ci si tuffa dentro, le vive e ne esce ogni volta più forte»

Il mental coach Massari al Messaggero: «Ogni volta che cade si rialza e riparte meglio di prima. Sa affrontare il dolore fisico e la fatica con perseveranza. E’ uno stimolo per tutti noi».

«Per Berrettini le difficoltà non sono un limite. Ci si tuffa dentro, le vive e ne esce ogni volta più forte»

Il Messaggero intervista Stefano Massari, mental coach di Berrettini. Elogia la grande consapevolezza del tennista, che domenica giocherà in finale a Wimbledon contro Djokovic.

«La parola chiave è grande consapevolezza. Contro Aliassime, quando è mancato di tennis, ha reagito e ha vinto, contro Hurkacz è stato monolitico nell’atteggiamento, ha alzato il livello del gioco e ha reagito dopo il terzo set».

Berrettini dà il meglio di sé quando è in difficoltà.

«Proprio nelle estreme difficoltà dimostra il suo grande spessore perché non le vede come un limite, un ostacolo, ma ci si tuffa dentro, le vive e ne esce ogni volta più forte. Ogni volta che cade si rialza e riparte meglio di prima. Sa affrontare il dolore fisico e la fatica, e sa farlo con perseveranza, senza aspettarsi subito il risultato. Perché è anche umile. Così ha superato anche la catastrofe della sconfitta di due anni fa a Wimbleadon, contro Federer».

Uno stimolo anche per il gruppo che lo segue.

«Di lui apprezzo anche lo stimolo che dà a tutti noi del gruppo di lavoro che gli ha creato attorno Vincenzo Santopadre nella sua visione, nella sua lungimiranza non solo tecnica. Il suo esempio spinge tutti noi a fare sempre di più. È di ispirazione perché è normale, non è un campione alla John McEnroe, ma è un rompighiaccio che ha stimolato Sonego, Sinner, Musetti e quelli che verranno».

Massari elogia anche il lavoro di Santopadre.

«All’inizio Matteo faceva fatica ad assorbire le sconfitte e non viveva le partite con vera soddisfazione. Vincenzo gli ha inculcato il piacere del lavoro e la soddisfazione del gioco».

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