Il ministro degli Esteri del governo Orban: “Non hanno altro da fare che scrivere relazioni su ciò che qualcuno ha detto o meno in campo. Si dovrebbero vergognare”
La Uefa ha squalificato l’Ungheria per razzismo: dovrà giocare tre partite a porte chiuse e la Federazione è stata condannata a pagare una multa di 100mila euro per “comportamenti discriminatori dei propri tifosi”.
La reazione dell’Ungheria non si è fatta attendere. Il ministro degli Esteri del governo ungherese, Peter Szijjarto, ha scritto un post molto duro e ironico sulla sua pagina Facebook:
“Dopo un anno e mezzo a porte chiuse, nel mese di giugno di quest’anno, noi ungheresi abbiamo mostrato all’Europa e al mondo cosa vuol dire avere una vera atmosfera di calcio in una partita di calcio. Le quattro partite del Campionato Europeo a Budapest rimarranno un ricordo eterno per tutti. A causa delle restrizioni per gli spettatori in altri stadi (tranne Londra) abbiamo avuto il maggior numero di spettatori e l’atmosfera più emozionante. Dopo tutto questo, ieri sera, i media mondiali erano pieni del fatto che la Uefa ha chiuso la Pusk Pusk Arena per tre partite a causa di dichiarazioni discriminatorie dei tifosi! E non è uno scherzo!!! Sembra che la UEFA stia ancora impiegando informatori di campo che non hanno altro da fare che scrivere relazioni su ciò che qualcuno ha detto (o non ha detto) in campo. Come nel comunismo: non servono prove, basta l’accusa della spia”.
Il ministro aggiunge:
“Il comitato che prende una decisione del genere è un corpo patetico e codardo. Si dovrebbero vergognare da soli!”.
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