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Sancho: «Chiedo perdono per il rigore sbagliato. Ma l’odio non vincerà mai»

Il nazionale inglese sui social: «Volevo solo aiutare la squadra. Dobbiamo migliorare e responsabilizzare le persone che offendono»

Sancho: «Chiedo perdono per il rigore sbagliato. Ma l’odio non vincerà mai»

Jadon Sancho ricorderà a lungo la finale di Euro 2020 tra Italia e Inghilterra. Insieme quelli di Rashford e Saka, il suo è stato il terzo rigore fallito dalla Nazionale di Southgate, che ne hanno decretato la sconfitta. I tre calciatori inglesi sono stati oggetto di offese razziste sui social. Sono state arrestate, per questo, finora, 5 persone. Nei giorni scorsi, Rashford aveva chiesto scusa con una lettera per l’errore dal dischetto. Lo ha fatto anche Sancho.

​”Mi sono preso qualche giorno per riflettere sulla finale di domenica scorsa e tuttora provo un miscuglio di emozioni. Vorrei chiedere perdono ai miei compagni, allo staff tecnico e, soprattutto, ai tifosi che ho deluso. Questo è, sicuramente, il peggior sentimento che ho avvertito nella mia carriera, ed è difficile spiegarlo con le parole. Il mio primo pensiero prima di qualsiasi partita è ‘oggi posso aiutare la squadra?’ ‘Oggi segnerò o creerò delle occasioni?’ E questo è esattamente ciò che avrei voluto fare con il mio rigore: aiutare la mia squadra. Ero pronto, e fiducioso nel tirarlo. Questi sono i momenti che uno sogna da bambino, e per i quali gioca al calcio, le situazioni di pressione in cui vuoi stare come calciatore. Ho segnato rigori a livello di club, mi ci sono esercitato innumerevoli volte con il club e la nazionale, e quindi ho scelto il mio angolo, però questa volta ero destinato a non fare centro. Non farò finta di non aver percepito gli insulti razzisti che i miei fratelli Marcus, Bukayo e io abbiamo subìto dopo la partita, però purtroppo non c’è nulla di nuovo. Come società dobbiamo migliorare e responsabilizzare queste persone. Ma l’odio non vincerà mai. A tutti i giovani che hanno subito abusi di questo tipo, dico di continuare ad andare in giro a testa alta e che continuino ad inseguire i loro sogni. Sono orgoglioso di questa nazionale inglese e di come abbiamo unito tutto il paese dopo 18 mesi che sono stati difficili per tanta gente”.

 

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