Dotto sul CorSport: per essere all’altezza della sua grandezza dovrà sparire, come Mina. Rinunci alle comparse a gettone e ai malinconici riti mondani. Non è più una donna, ma un’iperbole
“Federica Pellegrini non è più una donna, è un’iperbole”.
Lo scrive Giancarlo Dotto sul Corriere dello Sport. Definisce la nuotatrice “un animale mitologico”.
La sua è una storia lunga 17 anni “al confine dell’umano”. Ora non le resta che sparire, per preservare la sua grandezza.
“Una storia così grande che, per quanto lei si dannerà fuori le vasche da qui all’eternità, non potrà mai esserne all’altezza. Tornando da Tokyo, le converrà sparire. Consegnarsi all’invisibilità. Come fanno le vere figure mitologiche. Da divina dovrà dissolversi in diva, meglio se del muto. Come si usava un tempo, quando i miti erano distanza intangibile. Federica Pellegrini come Greta Garbo, Mina, Battisti, ma anche Glenn Miller, la tromba più vellutata della storia, sparito nel nulla mentre sorvolava la Manica, forse rapito dagli Ufo. Federica si faccia rapire da qualche avvenente alieno e si faccia trasferire più a nord di Marte, se vorrà essere all’altezza della sua non misurabile grandezza”.
Dovrà evitare la sovraesposizione.
“Rinunci altezzosamente al mediocre piacere delle comparse a gettone, ai malinconici riti mondani delle star esibite alle masse”.
La sua è stata una vita di lavoro.
“Si chiama Fede, si traduce lavoro”.
Dotto continua:
“Quella sua è, da 20 anni, la storia rovescia, l’eccezione che conferma la regola di un Paese che ha perso la spina dorsale, vertebra su vertebra, in politica, in economia, nelle relazioni sociali e nelle spinte culturali”.
Federica, scrive
“ha fatto della sua vita un’opera permanente. L’ha scolpita come Michelangelo. E ne ha fatto un capolavoro”.