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I dubbi su Jacobs. Il Washington Post: «Non è colpa sua ma lo sport è pieno di truffatori»

Un tweet di un giornalista del Times, poi il Post: “Jacobs merita il beneficio del dubbio, il suo sport no. Lo scorso anno era alla periferia dello sprint d’elite”

I dubbi su Jacobs. Il Washington Post: «Non è colpa sua ma lo sport è pieno di truffatori»
Tokyo (Giappone) 01/08/2021 - Atletica Leggera 100 mt / Olimpiadi Tokyo 2020 / foto Panoramic/Image Sport nella foto: Marcell Jacobs

Il mondo dubita di Jacobs e della sua lealtà sportiva. Nessuno pronuncia la parola doping ma i suoi rapidissimi miglioramenti portano giornalisti e commentatori a porsi domande.

L’articolo del New York Times comincia così:

L’uomo in corsia 3 era un mistero per chiunque, compresi gli sprinter che hanno partecipato alla finale.
“Veramente non sapevo nulla di lui” ha detto Fred Kerley medaglia d’argento.
“Pensavo che i concorrenti più pericolosi fossero gli americani” è il commento del canadese De Grasse medaglia di bronzo.

Non solo, c’è anche il tweet di Matt Lawton giornalista del Times:

Poi, è arrivato anche il Washington Post con Adam Kilgore che ha scritto:

Non è colpa di Jacobs se la storia dell’atletica diffida di improvvisi miglioramenti. Gli annali dello sport sono disseminati di campioni a sorpresa che poi si sono rivelati dei truffatori (drug cheats). Sarebbe ingiusto accusare Jacobs ma sarebbe sbagliato non descrivere il contesto della sua impresa. Jacobs merita il beneficio del dubbio, ma il suo sport no.

Il Washington Post ha scritto che fino allo scorso anno Jacobs era alla periferia dell’élite dello sprint: “prima del 2021, Jacobs non aveva mai corso i 100 metri in meno di 10.03 secondi” e che il suo tempo di 9,84 secondi rappresenta un incredibile margine di miglioramento per l’italiano.

Il Washington Post, però, non insinua. Descrive anche il lavoro effettuato da Jacobs nell’ultimo anno.

Ha affinato la tecnica della partenza. Ha migliorato la sua dieta, arricchendola di verdure. E, aspetto ancora più rilevante, ha cambiato la sua mentalità nei momenti più importanti.

“Ho lavorato duramente a livello mentale. Quando arrivavo nei momenti clou, le mie gambe non andavano. Ora nei momenti clou le mie gambe girano alla grande”.

Il Post ricorda che

tra febbraio e marzo, Jacobs ha corso 11 gare da 60 metri, una distanza che richiede una partenza veloce, ed è sempre finito primo o secondo. A maggio, con l’aiuto di un vento di forte ma entro i limiti, ha infranto per la prima volta il limite dei dieci secondi  correndo in 9.95. Il 9 luglio, la sua ultima gara prima delle Olimpiadi, è sceso di nuovo sotto i 10 secondi correndo in 9,99. Sabato mattina, Jacobs si è qualificato per le semifinali correndo 9.94 secondi nuovo record personale.

Jacobs si aspettava che la semifinale sarebbe stata la gara più importante della sua vita. Ha corso in 9.84 secondi più di un decimo di secondo più veloce di quanto avesse mai corso prima delle Olimpiadi, un margine di miglioramento sorprendente.

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