Oggi il quotidiano Il Mattino dedica una pagina alle accuse degli albergatori napoletani nei confronti dei proprietari di bed and breakfast che – a loro dire – sono dei grandi evasori, trasmetterebbero insicurezza ai turisti e danneggerebbero l’economia cittadina e il comparto turistico.
«Gli albergatori non hanno nulla contro diverse forme di accoglienza – leggiamo sul Mattino le parole del presidente di Federalberghi Napoli, Antonio Izzo – è giusto diversificare il mercato con l’offerta extralber- ghiera. Pero? anche questo settore va regolamentato con grande attenzione. E soprattutto le regole devono essere rispettate in maniera rigorosa: e quest’ultimo traguardo si raggiunge solo effettuando controlli puntuali nelle strutture». Per raggiungere quest’obiettivo, gli albergatori hanno creato un sito www.turismoillegale.com in cui chiedono di inviare segnalazioni anonime, e lo chiedono non tanto ai turisti quanto ai condomini dei palazzi in cui sarebbero nate queste strutture ricettive.
Ora, ovviamente, non è che siamo in favore dell’evasione fiscale. Le tasse dobbiamo pagarle tutti. Noi semplici cittadini, i gestori di b&b e anche gli albergatori tradizionali. Quel che ci colpisce – oltre alla creazione di un sito per le denunce anonime, pratica aberrante – è la mancanza di una visione d’assieme. Non sappiamo se sia un problema esclusivamente napoletano, crediamo di no. La polemica degli albergatori ci dice ancora una volta quel che è ormai sotto gli occhi di tutti, e cioè che il turismo a Napoli è una realtà. Basta girare per strada, non per forza nei luoghi turistici, per accorgersene.
A questa domanda sempre crescente di turismo a Napoli, gli operatori del settore dovrebbero rispondere cercando intese, azioni collegiali, continui incontri con l’obiettivo di migliorare la qualità ricettiva. Serve ovviamente una regolamentazione del fenomeno turistico, non c’è alcun dubbio. Questo vale per ogni categoria. Colpisce però l’approccio arcaico scelto dagli albergatori che muovono all’attacco dei bed and breakfast quasi come se i nemici fossero loro. Se a Napoli sono “sbarcati” molti più turisti, è perché sono aumentate le strutture ricettive non tradizionali. Che ovviamente hanno obblighi di legge cui adempiere. In tantissimi casi, la maggioranza, le prenotazioni avvengono on line e ovviamente ci sono pubblici registri, le presenze dei visitatori devono essere trasmesse alla polizia (come per gli alberghi).
È un approccio, quello degli albergatori, che è fermo a un concetto di guerra tra poveri. Non tiene conto che il mondo sta cambiando. Che il turismo a Napoli è cresciuto e che solo da una ampia e efficiente sinergia – alberghi, b&b, musei, guide turistiche, azienda cittadina di trasporti – ne può trarre giovamento l’intera economia cittadina. La difesa miope del proprio particulare denota un approccio all’imprenditoria vecchio stile. Sembra – nessuno si offenda – lo scontro generazionale cui stiamo assistendo nella seconda serie di Gomorra, con il vecchio Pietro Savastano che ha come obiettivo riconquistare la sua Secondigliano e il figlio Genny che invece desidera espandere i proprio commeci, che guarda oltre Napoli.
Ovviamente il paragone non è con la camorra, è con una certa mentalità. L’iniziativa degli albergatori ci riporta indietro di vent’anni, ai famosi 9.600 posti letto in città. Per fortuna, quella Napoli non c’è più. L’arrivo di tanti turisti in più solo favorire Napoli, una Napoli beninteso organizzata, pronta ad accoglierli (e a pagare le tasse e a essere in regola, ovviamente). Servono incontri continui, un aggiornamento costante, ma basta con la battaglia al vicino di casa che finisce solo per danneggiare il condominio. Se cresce il nostro vicino di casa, cresciamo anche noi.