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Olimpiadi, il disastro degli sport di squadra (Malagò accende un cero al 1° agosto)

Eliminati pallavolo, pallanuoto, basket e pure beach volley. Il ciclismo porta a sei gli ori (pochini), e nella battaglia propagandistica tra Malagò e gli oppositori spunta l’idea del matrimonio congiunto Jacobs-Tamberi

Olimpiadi, il disastro degli sport di squadra (Malagò accende un cero al 1° agosto)
Roma 11/04/2019 - presentazione Internazionali di Tennis BNL / foto Samantha Zucchi/Insidefoto/Image nella foto: Giovanni Malago'

Il mercoledì nero degli sport di squadra. In ventiquattro ore, sono saltate pallavolo maschile e femminile, pallanuoto maschile e pallacanestro maschile. E aggiungiamoci anche il beach volley uomini. Tu chiamalo, se vuoi, un disastro quasi completo. Nessuna semifinale per gli sport di squadra: non accadeva da Monaco 72. Va assolta solamente la Nazionale di Basket che ha compiuto un’impresa ad andare alle Olimpiadi e ha disputato un torneo sorprendente. Nei quarti di finale ha persino tenuto testa alla Francia fino a due minuti dalla fine, ha giocato pressoché alla pari e poiché nello sport, come nella vita, vale sempre il punto di partenze per valutare quello di arrivo, Sacchetti e i suoi giocatori vanno solo elogiati.

Per il resto, invece, soprattutto per la pallavolo, la riflessione da fare è profonda. L’Italia conferma il trend di queste Olimpiadi. Arranca, delude negli sport tradizionali. Sorprende e porta a casa risultati insperati negli sport tradizionalmente avversi a noi. La frase che illumina lo sport italiano resta quella del ct della sciagurata nazionale di scherma Cipressa:

Chi vince festeggia e chi perde impara

Ovviamente, come già scritto, lo stellone di Malagò (ha più culo che anima, come disse il poeta) lo ha salvato nella sua domenica benedetta, il primo agosto che ha consegnato all’Italia un oro che resterà nella storia dello sport italiano e non solo. Il primo posto di Jacobs nei 100 metri renderà complessa qualsiasi analisi critica, peraltro suffragata da dati, nei confronti di questa Olimpiade. L’uno due Tamberi-Jacobs porterà Malagò a dichiarare il 1° agosto giornata nazionale dello sport (e del suo futuro).

L’Italia è naufragata nella scherma, avrebbe potuto fare di più nel canottaggio (complice un po’ di sfortuna) e ha tradito nella pallavolo e in parte anche nella pallanuoto. La giornata è stata salvata dalla straordinaria prestazione del ciclismo con l’inseguimento a squadre trascinato da un superlativo Ganna: medaglia d’oro e record mondiale. È la medaglia d’oro numero sei, siamo ancora a due lunghezze dagli otto ori che sono stata conquistati nelle tre precedenti Olimpiadi: Rio, Londra, Pechino. Sembrano irraggiungibili le dieci medaglie d’oro di Atene 2004, per non parlare delle tredici di Sydney.

Oltre a Jacobs, Malagò ha bisogno di qualche altro appiglio per salvarsi. Lo sta cercando nel totale delle medaglie vinte. Fin qui, siamo a trenta. Se il dato dovesse salire a trentasei – primato risalente a Roma 1960 – la propaganda non avrebbe più freni. Ma saranno giorni di tensione, sia per il fronte governativo sia per l’opposizione. Se non raggiunge otto medaglie d’oro, Malagò deve raggiungerne almeno trentacinque in totale (una in meno di Roma 60) per reggere facilmente i tentativi d’attacco. Intanto fervono i preparativi per i matrimoni di Jacobs e Tamberi. Se fossero congiunti, il testimone sarebbe unico. Il nome nemmeno ve lo facciamo. Oggi la compagna di Jacobs ha detto: «Perché no, sarebbe super». Ecco. 

 

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