La squadra non ha digerito questo cambiamento radicale. Sarri non è affatto contento. C’è un nervosismo strisciante, due espulsioni in due amichevoli
Dopo i due pareggi consecutivi contro due squadre nettamente inferiori – il Padova (Serie C) e il Meppen (terza divisione tedesca) – “il campanello d’allarme non può non suonare” in casa Lazio, scrive la Gazzetta dello Sport. Anche perché le avversarie hanno nettamente meritato rispetto ai biancocelesti.
“Qualcosa (anzi più di qualcosa) non va nel progetto Sarri. Il tempo per rimediare c’è. Ma i nodi da sciogliere non sono pochi”.
La rosea li elenca. Prima di tutto il gioco che latita.
“L’impressione è che la squadra faccia fatica a metabolizzare i meccanismi di Sarri. Che abbia avuto una sorta di crisi di rigetto. Per anni (i cinque di Inzaghi) è stata abituata a giocare puntando sulle fiammate improvvise (sulle fasce o per vie centrali). Adesso è chiamata ad una manovra avvolgente a ritmi sempre alti, che fa una tremenda fatica a sostenere”.
Non basta, come attenuante, chiamare in causa il ritmo pressante di lavoro chiesto da Sarri in ritiro e la stanchezza dei giocatori. La Gazzetta insinua il dubbio che la squadra non digerisca il cambio tattico in panchina.
“C’è anche un problema tattico. Sarri vuole una difesa molta alta. L’esatto opposto di quanto accadeva con Inzaghi. E questo cambiamento radicale la formazione biancoceleste non lo ha ancora digerito”.
“Il dubbio che fa capolino è se i giocatori siano realmente convinti di questa svolta tattica. Sarri, ovviamente, non è affatto contento. Durante il test col Padova aveva spesso sbraitato, ieri è rimasto più tranquillo, ma solo esternamente”.
Il tecnico è in difficoltà perché sta portando avanti il suo progetto senza i giusti giocatori. Del resto, il mercato è incompleto e i nazionali sono arrivati solo da pochi giorni. Ma il mercato è bloccato dall’indice di liquidità, quindi la situazione potrebbe trascinarsi a lungo. Intanto, si registra un nervosismo strisciante.
“Nervosismo strisciante. E poi, come sempre accade in casi del genere, è facile che a qualcuno saltino i nervi. Ieri è toccato a Correa, che nel finale è stato espulso per doppia ammonizione”.
Contro il Padova era capitato a Luis Alberto. Può non essere un caso.