Tortue in francese vuol dire tartaruga. «Le vittorie italiane nell’atletica a Tokyo sono la prova che la Francia può sognare per il 2024. Hanno approfittato della debolezza altrui»
Effettivamente stanno rosicando. È difficile spiegare altrimenti qualche passaggio dell’articolo che il quotidiano sportivo francese L’Equipe ha dedicato alla inattesa vittoria dell’Italia nella staffetta 4×100 uomini all’Olimpiade di Tokyo.
Comincia con un passaggio sull’irrazionalità che spesso si impadronisce anche dell’atletica leggera.
Prendete l’Italia, tornata a mani vuote dalle ultime Olimpiadi di Rio, che cinque anni dopo troneggia a Tokyo con lo stesso numero medaglie d’oro degli americani (cinque). È la prova che la Francia può sognare per il 2024.
Tutto ovviamente viene misurato in base alla Francia. Ma a questo siamo abituati anche in Italia.
L’Equipe ricorda che anche da noi, e prende ad esempio un giornalista della Gazzetta, ci si aspettava dall’atletica al massimo un paio di medaglie d’oro: Tamberi e un marciatore.
Il mal di pancia francese emerge in purezza quando parla di Tortu che viene definito così perché tortue in francese vuol dire tartaruga:
È piuttosto divertente questo Tortu, con un cognome così inadatto per un velocista.
E ancora:
I nostri colleghi parlano di un “effetto Jacobs” che avrebbe liberato dai complessi questa piccola nazione di atleti. Perché no.
Poi, anche L’Equipe riconosce che
questa prima medaglia olimpica italiana in staffetta dal 1948 è il risultato del lavoro svolto a Formia negli ultimi anni.
È solo un momento, passa subito:
L’Italia ha soprattutto approfittato della debolezza altrui, come ha saputo fare il grande Marcell sui 100 metri. Il nuovo record nazionale degli italiani (37 ” 50) è il più lento in un campionato mondiale dai Mondiali 2007 e dalle Olimpiadi dal 2004.