Gianni Brera si sarebbe divertito. Avrebbe gridato in tribuna stampa che è così che si gioca al calcio. E in fondo tutti i torti non li avrebbe avuti. Italia-Belgio è una di quelle partite che la Nazionale non può mai perdere. Quando siamo il brutto anatraccolo, non perdiamo mai. Italia due, Belgio zero. Gol di Giaccherini (splendida rete su grande lancio di Bonucci) nel primo tempo, raddoppio nel finale di Pellè su contropiede. Le parate più belle le ha compiute Courtois (su Pellè e Immobile). Per il Belgio pressione, possesso palla, qualche tiro da fuori e poco più. È retorica, ma calcisticamente l’Italia è una nazione mentre il Belgio è un insieme di buoni giocatori (Hazard ha persino giocato bene) con poca anima.
È un’Italia disegnata su misura da e per Antonio Conte. Se l’è cucita addosso. Un’Italia qualitativamente scarsina, con la coppia d’attacco più mediocre della storia del nostro calcio: Pellè-Eder, due gregari e poco più. La difesa è quella della Juventus, portiere compreso, e un 3-5-2 con Giaccherini e Parolo interni di centrocampo attorno a De Rossi, e Darmian e Candreva sugli esterni. È una testuggine l’Italia, pronta a scattare in contropiede e a rinculare quando il dovere chiama. È lo storico gioco della Nazionale, il vituperato calcio all’italiana che in fondo ci ha consentito di vincere due Mondiali nel 1982 e nel 2006. Non c’è Fabio Cannavaro ma Bonucci gioca un partitone, così come Chiellini e Barzagli. Si soffre su Hazard però Lukaku non becca palla.
Il gol è voluto. Un lancio non casuale di Bonucci e un numero d’alta scuola di Giaccherini che stoppa al volo e in un fazzoletto di metri e centesimi di secondo anticipa il portiere belga. A quel punto l’Italia ha messo in campo lo slogan napoletano del Pd: “cuore e coraggio”. Tanta corsa, tanta concentrazione, mentre il Belgio di Wilmots provava a far circolare palla e ad affidarsi ad Hazard. Adesso non bisogna entusiasmarsi troppo, anche all’ultimo Mondiale abbiamo esordito battendo l’Inghilterra e abbiamo perduto con il Costa Rica e l’Uruguay.
Nella ripresa, l’Italia ha stretto i denti. E ha sfiorato anche il raddoppio. Splendido colpo di testa di Pellè, gran bel tiro di Immobile (entrato al posto di Eder) e nel contropiede finale dol di Pellè su assist di Candreva. Il Belgio è stato realmente pericoloso solo una volta, in contropiede, con Lukaku che si è mangiato il gol da solo davanti a Buffon. Certo non è un’Italia che può rallentare, è l’Italia di Conte che deve soprattutto correre. In questa Nazionale vedremo presto Florenzi e speriamo anche qualcuno che là davanti abbia il piedino più morbido. Detto questo, Conte si è preso la sua prima rivincita. Ha rispettato la tradizione pallonara della Nazionale e ha vinto. Calcio all’italiana, che non vuol dire brutto calcio. In stile Atletico Madrid, anche nel commettere i falli quando si deve. Qualche ingenuità di troppo nelle uscite palla a terra. Ma l’Italia è una squadra e lo ha dimostrato.