Su Repubblica. La mappa delle medaglie, con atleti che vengono per lo più da piccoli centri, dimostra che l’Italia è provinciale, nel senso più alto del termine.
Le medaglie vinte dall’Italia alle Olimpiadi ridisegnano la geografia dello sport. Gli atleti medagliati vengono da piccoli centri di provincia, scrive Maurizio Crosetti su Repubblica. Da tutta Italia, ma con una predominanza per il Sud.
“Soltanto quattro romani portano al collo una medaglia, cinque se vogliamo contare anche Abraham Conyedo che è nato a Santa Clara, Cuba, ma ora vive a Ostia. Tra le grandi città, la più medagliata è Napoli (4), mentre Catania sta sul podio insieme a Milano (3). La piemontese Verbania batte Torino 2-1. Soltanto una medaglia per Genova e Firenze. Le metropoli sono diventate provincia, e la provincia è capitale. C’è tantissimo Sud nel nuovo panorama dello sport italiano, che ci racconta un’evidenza che avevamo dimenticato ben oltre Pasolini: l’Italia è provinciale, nel senso più alto del termine. Chissà perché da noi lo si usa quasi sempre in maniera riduttiva. Ma come, vince il meridione dove non ci sono palestre e piscine? Sì, è così. Forse invece ci sono ma stanno nascoste, oppure sono poche ma producono molto, sono terreni ad alta intensità di raccolto. Le storie degli azzurri raccontano di lunghi viaggi per trovare un campo d’allenamento o una società sportiva, chilometri macinati dai genitori sulle strade statali e provinciali: riecco l’aggettivo e di nuovo in senso virtuoso, perché le strade provinciali sono la rete capillare nel sistema circolatorio del nostro paese, servono a collegare, uniscono anche se bisogna scollinare un po’”.
Anche la mappa degli allenatori dice le stesse cose.
“Ci dice che in Italia si può lavorare bene ovunque, ma che dappertutto servono miracoli per riuscirci. Dopo un anno e mezzo senza sport, con centinaia di società fallite o a forte rischio di esserlo, con gli impianti chiusi e le rette dei privati cancellate, la sopravvivenza quotidiana è diventata gloria olimpica“.