Mi dispiace quasi non aver avuto alcun problema con Dazn. Abituiamoci alle ingenuità di Osimhen: ne commetterà ancora ma farà anche tanti gol
Immaginare tutto il campionato, immaginarlo svolgersi come un’entrata in scivolata di Koulibaly, trasformare quel senso dell’anticipo, della pulizia dell’intervento in un modo si stare al mondo, di intendere la partita. Arrivare un attimo prima, sapere esattamente (assecondando i significati della propriocezione) dove si trova il proprio corpo rispetto allo spazio, la distanza tra il pallone e tra noi il pallone e l’avversario. Non sarebbe meraviglioso? Pensiamoci, ogni dribbling riuscito, ogni gol, ogni colpo di testa applica quel principio. Io la chiamerei “Serie A – scivolata di Koulibaly”. E benvenuti.
Mi piace vedere il pubblico allo stadio, mi piace vedere il pubblico per la prima volta al Maradona. L’amico giornalista Giuseppe Pastore in tweet ricorda che il primo gol di Maradona a Fuorigrotta fu segnato al minuto sessantadue di un Napoli-Sampdoria sotto la curva B, ricorda poi che Insigne ieri ha segnato il primo gol (con pubblico) al Maradona su rigore, al minuto sessantadue, sotto la curva B. A volte le statistiche sono carine. Mi è piaciuto molto Insigne ieri sera, era molto teso al primo rigore e infatti, era teso (e però coraggioso) al secondo rigore, una tensione diversa, non avrebbe mai potuto sbagliarlo.
Mi è piaciuto anche nell’occasione del gol di Elmas. Lozano da cosa era entrato, un minuto? Il modo in cui invita Insigne allo scambio e in cui si butta poi sull’assist di ritorno sono straordinari. Il gol lo fa Elmas (bravo) ma l’azione Insigne/Lozano è pallone vero.
Elmas, da seguire bene, sembra improvvisamente (di nuovo?) forte, l’anno scorso era diventato un rottame allo sbando. Mi piace il suo controllo di palla in accelerazione e il modo in cui rincorre e anticipa gli avversari.
Preferirei non commentare la prestazione di Lobotka, credo che più di questo non possa.
Amici cari sono partiti da Venezia per guardarsi la partita con le loro sciarpe nero arancio verdi, uno ieri mattina ha scritto “godiamoci questa serie A”. Auguro al Venezia di godersela sul serio, vivo qua, questa è la mia città. Consiglio agli amici lagunari per il futuro di usare un po’ di più i piedi rispetto alle mani e con un uomo in più di provare a tirare in porta.
Abituiamoci alle ingenuità di Osimhen, ne commetterà ancora, ma credo farà anche tanti gol.
Mi dispiace quasi non aver avuto alcun problema con Dazn ieri sera e di non poter partecipare al grido di dolore. Grido di dolore di un tifoso veneziano che ho sentito da una finestra non molto distante quando Insigne ha segnato il rigore.
Le nuove maglie, dobbiamo dire qualcosa? Diciamolo. Alcuni amici mi hanno chiesto dell’ironia dei tifosi del Napoli rispetto a queste nuove maglie disegnate da Armani. Ho dovuto spiegare che non si discute la maglia in sé, solo il meccanismo di passaggio forse non spiegato bene, alle maglie comparse solo un paio di giorni prima dell’inizio della stagione. Ho dovuto poi spiegare il solo vero (decennale) problema: la scritta rosso Lete sull’azzurro. Non è possibile. Pazienza, è solo una maglia. Le maglie nuove non piacciono mai. So di tifosi interisti che darebbero fuoco alla maglia nuova (che sembra un pigiama), so di tifosi del Venezia a cui non piace il nuovo stile (apprezzato invece da tutti). L’arancione e il verde si vedono poco rispetto al nero e non va bene. Non va mai bene niente in fondo e va bene così.
Dopo la partita sono uscito, verso il Canal Grande c’era una bella luce (e quando mai) e volevo dire a questa meravigliosa città che forse il Venezia si salverà, ma non ho avuto cuore. La bellezza non ci illude mai, e noi non dobbiamo raccontare frottole alla bellezza.
Amici adorano che Spalletti vada in panchina in cravatta, a me piace che vada in panchina. Ieri non ha mai perso la calma e nemmeno la squadra.
Che numero di stagione è della non guardata? Credo sia l’ottava, saluto quelli che ancora mi domandano: “ma tu davvero non le guardi le partite?”. E buon campionato.