Lo storico coach di Rafa a El Paìs: «Un comportamento eticamente poco corretto, pur se consentito dal regolamento. Ci aspettiamo da lui che vinca senza stratagemmi»
Le fughe alla toilette del tennista greco Tsitsipas sono ormai cronaca. Il numero 3 del mondo ha perduto l’eventuale credito di simpatia accentuando un atteggiamento che ai più sembra antisportivo ancorché consentito dal regolamento: la fuga in bagno nei momenti di difficoltà dell’incontro. Agli Us Open è accaduto contro Murray che lo ha apertamente accusato di antisportività.
In settimana, prima che il greco fosse sorprendentemente sconfitto dallo spagnolo Alcaraz, si è espresso anche Toni Nadal storico coach del nipote Rafa. Lo ha fatto sulle colonne del Paìs.
Ha ricordato che sì, le fughe in bagno sono consentite dal regolamento ma ha aggiunto
è poco discutibile che il suo comportamento non sia eticamente corretto.
Ha ricordato che Tsitsipas lo ha fatto a Cincinnati nei quarti contro Auger-Aliassime e in semifinale contro Zverev.
ha approfittato della scappatoia legale per lasciare il campo nei momenti chiave della partita.
Toni Nadal ha ricordato “ancora con un certo disgusto” la sfida per il terzo posto alle Olimoiadi 2016 tra Nadal e Nishikori. Rafa aveva recuperato una situazione compromessa e si era portato a un set par. A quel punto
dovette sopportare l’assenza sfacciata del suo avversario per 11 lunghi minuti. Molto più di quanto era consentito, e non successe nulla. Il giocatore giapponese riuscì a recuperare sia emotivamente sia fisicamente e finì col vincere.
Ha proseguito Toni Nadal:
Quando si verificano tali situazioni, il giocatore che subisce l’interruzione volontaria sa che il tempo sta scorrendo contro di lui. Dover aspettare senza conoscere la precisione del ritardo, vedendo così spezzati il proprio ritmo e la propria inerzia, aumentano l’ansia e destabilizzano dal punto di vista mentale. Vorrei che prevalesse la frase di Seneca in cui diceva: “La vergogna può limitare ciò che la legge non proibisce.” Ma poiché non accade sempre così, i leader del nostro sport dovrebbero cercare di ripetere simili situazioni, redigere una norma più severa e, soprattutto, esortare i giudici a monitorare e punirne l’abuso. La perdita di un punto o anche di un game potrebbe essere utile.
Ha così concluso:
Tsitsipas è senza dubbio un giocatore brillante e come tale ci aspettiamo che vinca senza la necessità di usare qualsiasi stratagemma da cui possa trarre profitto. Non ne ha bisogno. Non si è grandi campioni, e lui è sulla strada buona per diventarlo, solo per le vittorie ma anche per il modo con cui sono ottenute. Nessun appassionato di tennis possa immaginare Roger Federer o Rafael alla ricerca di scorciatoie extra-sportive per raggiungere la vittoria.