A Repubblica: «So da dove vengo, ma se ragioni da “figlio di” non vai da nessuna parte. Martone? Lo conosco da sempre»

In concorso, al Festival del Cinema di Venezia, “Qui rido io”, di Mario Martone. Oggi Repubblica intervista Eduardo Scarpetta, che nel film interpreta Vincenzo, il figlio legittimo di Eduardo Scarpetta, ovvero, sulla scena, Toni Servillo. Il titolo del film è mutuato dalla frase che il trisavolo Scarpetta fece scrivere sulla facciata della villa ai piedi del Vomero.
Eduardo Scarpetta racconta come si è avvicinato al teatro.
«Mi ha iniziato mio padre, Mario, nello spettacolo Feliciello e Feliciella per i 150 anni della nascita di Scarpetta. Uscivo di scena ed ero il bambino più felice del mondo. Dopo otto repliche papà mi diede 100 euro ma l’emozione per me era il palco. Papà se ne è andato che avevo undici anni. Se fosse vivo avrei ereditato la sua compagnia, come è successo negli altri rami della famiglia. Anche se tutti loro, mamma, zia, mi dicevano di fare altro, ero anche un calciatore di talento, papà mi aveva voluto dare il nome di Eduardo. Mi sono fatto l’idea, nel tempo, che lui mi ha fatto assaggiare il teatro, “chest’è”. Poi il cielo me lo ha tolto, “se ce la fai, lo fai con le tue gambe”. Mia madre, che era stata attrice con lui, mi diceva di studiare, ho fatto il classico, poi a Roma il Centro Sperimentale, poi il barista, poi mi sono fatto le ossa girando nei teatri con Filumena Marturano».
Continua:
«So da dove vengo ma se ragioni da “figlio di” non vai da nessuna parte. Il nome non è una colpa, ho studiato, mi sono allontanato dal mondo napoletano. Ma è chiaro che voglio tornare. Passo per il cinema, ma tra dieci anni metterò in scena Filumena Marturano, che so a memoria, Il sindaco del Rione Sanità, La fortuna con l’effe maiuscola. Sogno una compagnia mia».
Su Mario Martone:
«Lo conosco da sempre. Decise che papà doveva fare I Dieci Comandamenti, si vedevano ogni giorno al bar Amadeus. Mio padre voleva lavorare solo nella sua compagnia, era la sua famiglia, tutti dovevano mangiare insieme dopo lo spettacolo. Anch’io sono così. Martone lo convinse e malgrado qualche traversia papà divenne la colonna portante dello spettacolo, ne ha fatto la storia. Era un grande attore, una persona amorevole».