Insigne anche dinanzi a Scarlett Johansson ignuda e compiacente, pensa al tiraggiro. Mourinho è tornato e si vede
FALLI DA DIETRO – COMMENTO ALLA 3° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2021-22
Stadio Maradona: Qui rido io.
Il primo big match del campionato lo vince il Napoli.
La partita più attesa, quella che non sarà mai una partita come le altre, è un festival di errori.
Partono bene gli azzurri, ma vengono subito puniti da un erroraccio da pianto greco dell’uomo di Nasso, per il quale le bestemmie più colorite durano tutto il resto del primo tempo, e anche parte dell’intervallo. Primo tempo che gli azzurri giocano sotto shock e del tutto imballati.
Nella ripresa Brillantina decide il cambio giusto.
Dentro a sorpresa nientemeno che Adam Ounas. E chi se lo aspettava? Ed è subito un’altra storia.
L’algerino è una cinquecento con motore Abarth. Accelerate sorprendenti e improvvise. Grande tecnica. Una gioia degli occhi.
In centro debutta Zambo.
All’uscita del tunnel, qualcuno aveva sospettato il solito imbroglio dell’Impomatato.
Ma subito si capisce che questo qui è altra roba. È tanta roba.
Questo qui ha senso tattico, personalità, fisico e tecnica.
Utilissimo ai nobili languori del Fenicottero andaluso, in cabina di regia.
Il Pibe di Fratta. È stanco e moscio per un’ora. Durante la quale per poco non imita Kostas nella vaccata dell’anno.
Poi tenta mollemente la cosa che lo ossessiona anche se capita dinanzi a Scarlett Johansson ignuda e compiacente.
Lui anche in quell’occasione lì pensa al tiraggiro.
Quello che confeziona è fiacco e spento. Lento e telefonato.
Ma il portiere dalle mille consonanti, di questi tempi è ancora più fiacco e più spento.
Smanaccia sull’accorrente Politreno che infila di precisione.
Gli azzurri crescono. Non è che ci sia gran gioco. Ma c’è cuore.
E non è finita.
Deciderà l’Imperatore Nero.
Sta diventando la sua specialità. Stendere gli ergastolani.
Stessa avversaria. Più o meno stesso minuto. Tre anni fa salì fra le nuvole dello Stadio a regalare un’illusione che durò 24 ore.
Ora è lì a raccogliere il cioccolatino di Kean, per la gioia dei 25 mila che lui corre felice a immortalare. Qui rido io.
Nervosetto Acciughina. Il sorriso più bello del campionato come lo definisce Ambra Angiolini, perde il controllo e se la prende con Brillantina.
Duro accettare la realtà.
La sua Juve senza più le doppiette del Toy Boy (ne fa un’altra nell’esordio all’Old Trafford) è in totale confusione, e un po’ la colpa è anche sua. Non ha uno straccio di idee, e un po’ la colpa è anche sua.
Ed è a meno otto.
Ma che freddo fa a quella temperatura?
Anche il Venezia la guarda dall’alto. Venezia sotto i riflettori.
Non solo una edizione del Festival sfavillante, dominato dalla cinematografia napoletana.
A Empoli in vetrina David Okereke, che, dopo una galoppata di sessanta metri, mette a segno un gol alla Weah.
Chi può rompere i coglioni alle Sette Sorelle è Vincenzo Italiano.
Gli stilnovisti ricamano calcio nel giardino di casa della Dea.
Suscitando la rabbia del Gasp. Sempre più ripugnante nei suoi rigurgiti di slealtà sportiva.
Rivede al telefonino l’impeccabile rigore su fallo di Mahele e non perde occasione per recitare (male) la parte dell’indignato.
Si ferma Inzaghi a Marassi.
Per due volte in vantaggio, per due volte raggiunto dai ciclisti di D’Aversa determinati e senza paura alcuna.
Squadra a immagine e somiglianza del proprio allenatore.
Pressing a tutto campo e centrocampo dominante con Damsgaard e Candreva indiavolati.
Piace la dichiarazione di Morten Thorsby venticinquenne norvegese di Oslo: “Ho cambiato il numero di maglia e ho scelto il 2 per ricordare la lotta contro il riscaldamento globale, e l’obbiettivo di mantenerlo entro i 3 gradi. Ho preparato anche un’esultanza su questo tema in caso di gol”.
L’Inter d’Inzaghi gioca nettamente meglio dell’Inter di Conte.
Più propositiva, più geometrica. Ma sono troppi i momenti di amnesia difensiva.
A San Siro Padre Pioli dà una lezione di calcio al Sor Polpetta che, consapevole, prende appunti.
Dominio rossonero dall’inizio alla fine. Tonali letteralmente rinato.
Dalla fine del lockdown i Diavoli viaggiano in media scudetto.
Ora sono candidati seri per ogni traguardo.
Piccola nota a margine di nessuna importanza.
Baka entra al 61°, si fa ammonire al 63° ed esce per infortunio al 74°.
Mamma mia che spettacolo all’Olimpico.
Partita senza un attimo di tregua.
Mille giocate. Mille occasioni clamorose. Mille ribaltamenti di fronte. Un legno a testa e una rete annullata al 95’.
Insomma fuochi d’artificio ed emozioni.
Quando Boga parte, puoi fermarlo soltanto se imbracci un fucile e gli spari.
Mostruoso per almeno in due occasioni Rui Patricio.
I Sangue Oro hanno giocato benissimo? No.
Hanno meritato la vittoria? No.
In passato partite così le avrebbero vinte? No.
Signore e signori ecco a voi Josè Mourinho.
Io una botta di culo come questo signore qui stasera, mai nella vita, eh?
Nello Mascia ilnapolista © riproduzione riservata