Ancora me li ricordo i titoloni dei quotidiani la scorsa estate sulla mirabolante campagna acquisti del Napoli. Solo perché il presidente, come si dice dalle nostre parti, mise mano al portafogli. In prima linea, allora, c’era Pier Paolo Marino. Ne annunciava uno al giorno e la stampa si scaldava. Ben più dei tifosi, che avevano già intuito qualcosa visto che non fecero certo la corsa all’abbonamento. Il dato finale è rimasto segreto, mi pare che lo sia tuttora. In ogni caso deludente, mi pare fosse attorno alle 17mila tessere. Insomma, i tifosi non si lasciarono incantare e poi il caro- prezzi fece il resto. Ma veniamo a quella campagna acquisti.
La punta di diamante è stata senza dubbio Quagliarella, 19 milioni di euro e due milioni di ingaggio. Io qui l’ho difeso pubblicamente, però al momento non si può dire che quei soldi siano stati spesi bene. Nove gol, lunghe pause, tanti pali, qualche assist, una complicata convivenza con Lavezzi e la certezza che non si tratta di un bomber.
E veniamo al secondo pezzo pregiato, Luca Cigarini, 22 anni, un futuro da regista della Nazionale. Fortemente voluto da Donadoni, cominciò a stare in panchina anche col tecnico bergamasco. Quando è arrivato Mazzarri, poi, è quasi sparito. Certo, ha giocato qualche volta da titolare, ha fatto un gran gol al Milan, disputato una sontuosa partita a Livorno, ma il tecnico lo ha usato sempre col contagocce. Per me è fortissimo, ma non faccio testo. Dodici milioni di euro per un panchinaro sono roba da Moratti prima maniera.
Terzo acquisto, Camilo Zuniga. Otto milioni e mezzo di euro per un altro panchinaro. Ma si può spendere tanto avendo un cursore destro della forza di Maggio? Sì, va bene, in estate era infortunato, ma a settembre se non ricordo male Christian era già in campo.
Quarto acquisto, questo sì azzeccato, Hugo Campagnaro. Sette milioni e mezzo, la metà dei quali pagati con la comproprietà di Mannini (altro pregiato acquisto di un mercato di gennaio che ha lasciato poche tracce). L’ex sampdoriano è diventato un punto fermo della difesa e un idolo del San Paolo.
Quinto acquisto, Erwin Hoffer, il Rooney austriaco, pagato quattro milioni e mezzo, che in pratica non ha mai giocato. Trattato come se fosse un brocco. Non gli è stata mai concessa una chance. E non se capisce il motivo. Infine, De Santis, quello sì ottimo affare. Pagato poco e niente (mi pare niente), ha avuto un ottimo rendimento dopo un inizio molto sofferto, con papere a Palermo, Genova e Milano con l’Inter. Ma Morgan si è ripreso alla grande.
Poi è arrivata la sconfitta di Roma all’Olimpico, la cacciata di Marino e l’esonero di Donadoni. Ma per non venire meno alla tradizione, la società ha speso cinque milioni a gennaio per acquistare il terzino sinistro che ci mancava, Dossena. Anche lui, in pratica, non ha mai giocato. E due cessioni: Contini e Datolo. L’anno prima l’argentino fu annunciato in pompa magna. Memorabile il titolo di un giornale distribuito all’esterno del San Paolo, NapoliPlayer: “Datolo in pasto a tifosi”. Non avevano affatto torto. La carretta quest’anno l’hanno portata avanti Grava, Aronica, Pazienza, Cannavaro, e gli altri soliti noti. Concludo con una domanda: dove sarebbe arrivato il Napoli se quei soldi estivi fossero stati spesi bene?
Massimiliano Gallo
I soldi per il 2011
spendiamoli meglio
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