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Maignan: «I cori razzisti non sono incidenti isolati. Chi decide si chiede cosa proviamo ad essere insultati?»

Su Instagram: «Cosa facciamo davvero per combattere il razzismo negli stadi? Non sono una “vittima”. Sono Mike, in piedi, nero e orgoglioso»

Maignan: «I cori razzisti non sono incidenti isolati. Chi decide si chiede cosa proviamo ad essere insultati?»
Milano 29/08/2021 - campionato di calcio serie A / Milan-Cagliari / foto Image Sport nella foto: Mike Maignan

Gli stadi hanno riaperto al pubblico e purtroppo sono tornati anche i cori razzisti, la parte peggiore del calcio, del tifo, almeno di una sua parte, la più becera. E’ successo durante Milan-Lazio con cori vergognosi verso Kessie e Bakayoko, lunedì sera a Udine con i soliti cori contro i napoletani, e in occasione di Juventus-Milan, domenica, quando allo Stadium, nel riscaldamento prepartita, il portiere rossonero Maignan è stato pesantemente insultato dai tifosi bianconeri. I responsabili sarebbero già stati individuati, ma sull’accaduto è stato lo stesso portiere a prendere posizione, su Instagram.

Maignan scrive:

«Domenica sera, all’Allianz Stadium, i tifosi della Juventys mi hanno preso di mira con insulti e grida razziste. Cosa volete che vi dica? Che il razzismo è sbagliato e che questi tifosi sono stupidi? Non si tratta solo di questo. Non sono né il primo né l’ultimo giocatore a cui questo accadrà. Finché questi eventi vengono trattati come “incidenti isolati” e non viene intrapresa alcuna azione globale, la storia è destinata a ripetersi, ancora e ancora e ancora. Cosa stiamo davvero facendo per combattere il razzismo negli stadi di calcio? Crediamo veramente che ciò che facciamo sia efficace? Sono in un club che si sforza di aprire la strada nell’opporsi a tutte le forme di discriminazione, ma abbiamo bisogno di essere più numerosi e di essere tutti uniti in questa battaglia per la società che va oltre il calcio. Nei tribunali, le persone che decidono sanno cosa si prova a sentire insulti e urla relegarci al rango di animali? Sanno cosa si prova per le nostre famiglie, per i nostri cari che lo vedono e non capiscono che può ancora accadere nel 2021? Non sono una “vittima” del razzismo. Sono Mike, in piedi, nero e orgoglioso. Finché possiamo dare voce per cambiare le cose, lo faremo».

 

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