L’attaccante del Milan a SportWeek: “Devo ragionare giorno per giorno, piano piano. E pensare che… non sono Superman”

Zlatan Ibrahimovic, attaccante del Milan, ha rilasciato un’intervista a SportWeek, settimanale de La Gazzetta dello Sport, di cui si riporta un estratto.
Quando sono arrivato e ho chiesto nello spogliatoio quanti avessero giocato una partita in Champions hanno alzato la mano in due. Pensavo fosse uno scherzo… Ma l’obiettivo era la Champions e vincere lo scudetto, non ho avuto successo su questo, ma ci siamo andati vicini, siamo arrivati secondi. Non è solo grazie a me, abbiamo fatto un grande lavoro tutti insieme. I compagni, anche quelli giovani e inesperti, hanno capito cosa serve per arrivare dove siamo arrivati a maggio scorso, ma anche che manca qualcosa per arrivare primi. Stiamo tutti lavorando molto su questo.
Quando ero giovane giocavo e basta, anche se avevo male al tendine, come oggi. Volevo vincere e segnare, stop. Con il tempo e l’esperienza ho scoperto la testa. E ho capito quanto sia importante che parli con il corpo. Ecco, ora la mia testa sta bene, ma il mio fisico sta invecchiando, non sempre riesce a starle dietro ed è un problema… Quest’anno devo ascoltare il mio corpo, ogni piccolo segnale mi mandi. Solo così posso evitare conseguenze peggiori. E per giocare, come voglio, tutte le partite con continuità. Non come l’anno scorso. Devo portarmi dietro il fisico tutti giorni e dargli retta. Ragionare giorno per giorno, piano piano. E pensare che… non sono Superman!
Djokovic? Non è mai facile digerire una delusione così. Nole ha giocato alla grande e vinto tutto l’anno. Poi al final step gli è mancato qualcosa. Capita, succede. Ma quello che ha fatto Nole resta incredibile, incredibile. E deve pensarla così. Non ho visto altri fare la sessa cosa: lui è andato vicino all’obiettivo, come nessuno, ma poi è vero che anche gli altri sono forti, non solo lui.