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Gazidis: «I dirigenti del calcio sono vecchi uomini bianchi. Serve un ricambio generazionale».

L’ad del Milan intervistato da Sette: «Kessie non è un uomo nero, è un eroe. Il calcio è anche un gioco mentale» 

Gazidis: «I dirigenti del calcio sono vecchi uomini bianchi. Serve un ricambio generazionale».
As Roma 27/10/2019 - campionato di calcio serie A / Roma-Milan / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Ivan Gazidis

Su Sette una bellissima intervista all’amministratore delegato del Milan, Ivan Gazidis. Gli chiedono quale sia la forza del Milan. Risponde:

«Do molto credito alla leadership di Pioli, un uomo curioso, che segue come il calcio si evolve, ma anche alla fame dei giocatori. Il calcio è anche un gioco mentale. Ho letto un libro molto interessante, The captain class, parla del tiro alla fune: ci sono degli studi, quando una persona tira contro un’altra sviluppa una certa forza, quando ci sono otto persone da una parte e otto dall’altra scopriamo che il singolo ce ne mette di meno. Perché in un angolo del cervello pensa che qualcun altro si farà carico della sua responsabilità. Ci sono giocatori la cui influenza va oltre la performance in campo, si sviluppa nel 5% che danno in più a tutti gli altri. Ibra è così. Ma anche Kjaer è un leader e, con stili diversi, Kessie e Bennacer».

Sul razzismo nel calcio, tema sul quale l’impegno del Milan è forte e concreto:

«A volte è facile deprimersi, però resto ottimista: il calcio è un fantastico esempio di inclusione che produce risultati e, al tempo stesso, amicizia. I ragazzi che seguono il calcio vedono un mussulmano per quello che riesce a fare come giocatore e come uomo. Kessie non è un uomo nero, è un eroe».

Le nuove generazioni si allontanano dal calcio o lo guardano in maniera diversa: non stanno più 90’ davanti alla tv. Come si sta attrezzando il Milan per gestire questi cambiamenti?

«È una questione complessa: ad esempio, i giovani scelgono di seguire iniziative in grado di essere “connesse”. Ai miei tempi si poteva nutrire un interesse per il calcio e in parallelo uno per la musica e per la moda, adesso si vuole unire questi mondi. Nell’era di TikTok, la sfida è capire dove si trovano i futuri interessati: il Milan collabora con Roc Nation (l’agenzia di Jay-Z), cerca contaminazioni con altri mercati per poter intercettare i giovani là dove stanno, non dove crediamo dovrebbero stare. Funziona: siamo uno dei club che ha coinvolto il maggior numero di neo interessati. Ma alla fine, i fan hanno il bisogno di riconoscersi in una comunità: questo sarebbe piaciuto anche al nostro fondatore Herbert Kilpin, dobbiamo solo tradurlo in un linguaggio attuale. Ma lei pensa che nel calcio sia percepito questo bisogno? Io no. La maggior parte dei dirigenti sono vecchi uomini bianchi: è necessario un ricambio generazionale con voci pronte alla sperimentazione».

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