Il Guardian anticipa i risultati dell’indagine: non c’è “alcun dubbio” – scrive – che da 7 a 10 incontri furono manipolati da giudici corrotti

Da sette a dieci incontri di boxe ai Giochi Olimpici del 2016 sono stati “manipolati” dai giudici. Lo ha stabilito l’indagine condotta dal professor Richard McLaren (lo stesso che aveva scoperchiato il bubbone del doping di Stato in Russia), sui verdetti controversi di quella Olimpiade che vide tra le vittime eccellenti della presunta corruzione arbitrale anche Clemente Russo.
McLaren terrà oggi una conferenza stampa a Losanna per rivelare i dettagli della prima fase della sua indagine. Ma nel frattempo il Guardian ne anticipa i risultati.
Il Guardian scrive che non c’è “alcun dubbio” che alcuni incontri a Rio siano stati “truccati”, per garantire che alcuni pugili vincessero.
Due anni fa il Comitato Olimpico Internazionale aveva già chiarito che qualcosa con gli arbitri della boxe era andato storto, e aveva bocciato – in pratica sconfessato – il lavoro di tutto il pacchetto-giudici di quei Giochi non riconfermandone nessuno per Tokyo 2020, in blocco. Per “il numero di decisioni controverse prese durante il torneo di boxe olimpico”, scrisse la Bbc. Da allora, l’Aiba è stata sospesa dal Comitato Olimpico Internazionale e nei circoli del pugilato cresce la paura che lo sport possa essere espulso dalle Olimpiadi del 2024. Sarebbe un evento storico.