E’ stato uno dei quattro staffettisti di Tokyo. Al CorSport: «La medaglia è un’impresa storica e un inizio. Ho potuto avere cose, nel mio staff, che prima non avevo»
Il Corriere dello Sport intervista Fausto Desalu, uno dei quattro staffettisti che hanno regalato all’Italia la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo, con Patta, Jacobs e Tortu. Racconta com’è la vita dopo quella vittoria.
«Non è cambiato nulla. Sono quello di prima che si allena e fa le stesse cose. So rimanere coi piedi per terra».
Racconta di non leggere i giornali.
«Non leggo molto i giornali, nonostante sia sempre disponibile per le interviste. Non mi lascio condizionare dal resto né dal fatto che qualcuno possa fare meglio di me. Siamo atleti, bisogna pensare a correre. Ho imparato che le opinioni altrui ci rovinano e basta. È successo a tantissimi colleghi di livello più alto e ho preso la cosa come una lezione importante di cui far tesoro».
Che atleta è Desalu?
«Uno molto affamato di risultati. La medaglia è il raggiungimento di un’impresa storica ma anche l’inizio, mi offre l’opportunità, per esempio, di avere cose nel mio staff che prima non avevo. E poi sono molto autocritico. Prima parlavo di motivazioni, potrei elencarvele fino a domani, sono ancora più agguerrito di prima».
La popolarità è bella, ma non c’era abituato.
«Ma per me è sempre stata una cosa positiva, mi ha consentito di lavorare senza troppi assilli. Adesso sarà un po’ difficile, ma dovrò imparare».