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Ilie Nastase: «Vinsi il doppio contro Panatta e Bertolucci perché spaventai Adriano con un gatto nero»

Intervista al CorSera: «Ai miei tempi ognuno aveva il suo stile, la sua personalità. Oggi giocano a tennis tutti uguale,  solo Federer si distingue, ma che fine ha fatto?»

Ilie Nastase: «Vinsi il doppio contro Panatta e Bertolucci perché spaventai Adriano con un gatto nero»
An Milano 15/04/2011 - iniziativa 'Un campione per amico' / foto Andrea Ninni/Image nella foto: Adriano Panatta

Sul Corriere della Sera un’intervista a Ilie Nastase, tennista rumeno simbolo degli anni ’70, oggi 75enne, con due titoli Slam in carriera.

«Bah, che vuole che le dica, a quei tempi ci si divertiva, non eravamo ingessati come i campioni di oggi. Nel ’73, a Boston contro Okker, lo sciopero dei giudici di sedia minacciò la finale: scegliemmo delle persone tra il pubblico, chi vuole arbitrarci? Nel ’75, a Stoccolma, diedi 6-2 6-2 6-1 al mio amico Borg, a casa sua. L’anno dopo Bjorn si prese la rivincita a Wimbledon. In entrambe le occasioni fu imperscrutabile: non una parola».

Cos’era il Master, a quei tempi?

«Una festa di fine stagione, una specie di gita di classe in giro per le capitali del mondo. La sera si usciva tutti  insieme a cena. Ognuno aveva il suo stile, la sua personalità. Oggi giocano a tennis tutti uguale, sembrano macchine di Formula 1, solo Federer si distingue, ma che fine ha fatto?»

Racconta di annoiarsi, oggi, a seguire il tennis.

«Mi annoia, guardo solo Simona Halep, mia connazionale, e i giovanissimi, tipo Emma Raducanu. Il tennis è diventato uno sport troppo fisico, sono tutti marcantoni alti e forzuti, inutile fare paragoni con la mia epoca».

Nell’intervista racconta anche un aneddoto su Adriano Panatta.

«Usciamo a cena a Montecarlo, il ristorante è in montagna, siamo un corteo di tre macchine. Adriano, all’improvviso, ferma la sua: tutti fuori, un gatto nero gli ha attraversato la strada! Facciamo 25 km di curve in più per non passare da lì… A Parigi, mi vendico. Do 500 franchi a Mabruk, l’addetto allo spogliatoio, perché mi trovi un gatto nerissimo. Lo infilo nella sacca, lo porto in campo nel doppio contro Panatta e Bertolucci. Lo libero dopo il riscaldamento. Adriano scappa, s’incavola, non ha più voglia. Vinco 6-0 6-1».

 

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