il presidente dell’Atp a Tuttosport: “Stiamo cercando di convincere l’Australia a far entrare anche i non vaccinati, e i giocatori a vaccinarsi”

L’infortunio di Berrettini alle Atp Finals a molti ha ricordato quello, molto più grave, di Andrea Gaudenzi in finale di Davis nel 1998. “In realtà io ci ho lasciato un braccio, mi si è rotto un tendine”, dice Gaudenzi in un’intervista a Tuttosport. Ora Gaudenzi è presidente dell’Atp. E la questione calendari zeppi è un problema evidenziato anche dai due ritiri al Masters di Torino, dove ha lasciato anche Tsitsipas.
“Con i nuovi Masters 1000 di 12 giorni ci sarà un giorno in più di riposo, con una partita in più. La difficoltà è giocare 2 tornei consecutivi come Indian Wells e Miami e poi Toronto e Cincinnati. Lì ci si stanca e si rischiano infortuni. Sul tema del riposo, anche fra giocatori ci sono diverse teorie: chi preferirebbe mini pause in stagione, come fa Federer, altri vorrebbero 3 mesi di stop. Ma il giocatore di alto livello gioca 18-20 tornei, può prendersi le pause, mentre accorcia la stagione con 4 pali fissi, gli Slam, è dura. Gli atleti, poi, sanno gestirsi molto meglio di un tempo in termini di programmazione, prevenzione infortuni, alimentazione”.
Sulla questione Australian Open e vaccini, Gaudenzi dice che “noi abbiamo fortemente consigliato i giocatori a farlo. Siamo all’80% e pensiamo di arrivare al 90-95% pre-Australia. Poi cerchiamo di convincere l’Australia a far entrare non vaccinati con le dovute precauzioni. Nessuna organizzazione però può avere impatto sulle decisioni dei governi. Alcuni giocatori preferiscono vaccinarsi nel periodo di stop. Faranno il vaccino unico, magati. Noi abbiamo offerto vaccinazioni in tanti tornei, non qui, perché sono 8 soltanto”.