Il primario di chirurgia maxillo facciale dell’Umberto I: “Non so se c’è lesione del nervo, ma non ne ho mai viste in sportivi. Milinkovic e Cribari tornarono in campo in una settimana”
Intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus il Professor Piero Cascone, primario di chirurgia maxillo facciale presso il Policlinico Umberto I ha parlato del caso Osimhen: “I giocatori professionisti vanno trattati diversamente dalle persone normali. Tutte le fratture di zigomo coinvolgono sempre l’orbita perchè lo zigomo è parte integrante delle strutture ossee che la compongono. E’ nella norma”.
“La frattura dello zigomo va prima esposta – spiega Cascone – come tutte le fratture, poi ricomposta e ridotta e infine va fatta una contenzione. La contenzione viene fatta con delle mini placche e delle mini viti che servono a tenere ferma poi la struttura ossea. Non c’è niente di particolare in questa procedura“.
“Il concetto è questo: in una frattura ossea contesa con un’ingessatura bisogna aspettare i tempi di calcificazione dell’osso. Per una frattura a cui si fa una riduzione ed una contenzione con delle placche ovviamente i tempi sono estremamente ridotti se, come nell’orbita, non c’è un carico funzionale. Non è un femore, un radio un’ulna, non c’è un carico funzionale, si tratta solamente di mantenere l’osso in quella posizione per poco tempo, perché una volta messa la placca non può succedere nient’altro”.
“Quello che potrebbe essere successo, anche se io non conosco il caso, è che si sia lesionato l’interno dell’orbita e in presenza di lesioni che riguardano il nervo o lesioni del bulbo oculare: di solito sono lesioni che avvengono quando i soggetti vengono colpiti da corpi contundenti come un bastone o in seguito a un incidente automobilistico. Quello determina un diverso percorso diagnostico e prognostico ed anche terapeutico. La cosa ovviamente sarebbe di altro spessore però questo è veramente difficile che avvenga con una capocciata. E basandomi sulla mia esperienza sono lesioni che non ho mai riscontrato in uno sportivo professionista“.
“Trattandosi di un giocatore, non so quale complicanza possa aver avuto il collega tanto da determinare una prognosi di tre mesi, che è una cifra mostruosa. Il numero di fratture è totalmente indifferente ai fini dei tempi di recupero: se hanno usato delle placche vuol dire che lo hanno riposizionato e stabilizzato”.
“Io non conosco il caso clinico ed ovviamente non posso esprimermi, ma il collega che lo ha operato è un collega di prim’ordine”, sottolinea il Prof. Cascone che poi aggiunge: “Io dico solamente una cosa: i calciatori professionisti vanno trattati in un modo diverso, perché i tempi di recupero devono obbligatoriamente essere corrispondenti all’attività lavorativa. A meno che non si corra un rischio reale per il paziente i tempi di recupero devono essere brevissimi”.
“Noi abbiamo mandato a giocare in Champions League Cribari dopo sette giorni e Milinkovic Savic dopo sei giorni è andato a giocare il derby. Entrambi presentavano una frattura di zigomo. E’ ovvio che erano due cose diverse: Milinkovic Savic aveva una frattura solamente del 3° medio, non aveva placche e viti, ma tutti e due hanno dovuto giocare con dei sistemi di contenzione, delle mascherine, che sono oramai delle strutture di altissima tecnologia. Viene scannerizzata la faccia del paziente oppure dalla tac si ricava un modello tridimensionale”.
“Sono strumenti – aggiunge Cascone – che si possono costruire anche in relazione alla necessità del singolo giocatore. Il portiere ha bisogno di una visione laterale, l’attaccante ha bisogno di un maggior appoggio sulla fronte perchè può dare delle testate, ognuno ha le sue caratteristiche ma nell’arco di quarantott’ore questi sistemi vengono costruiti”.