Dopo quattro partite dallo svolgimento in fotocopia una dell’altra (Juve, due volte Villareal e Milan), che il Napoli IGP stesse tornando s’era visto a Firenze.
Le quattro fotocopie presentavano delle partite clone una dell’altra nell’evoluzione del gioco: possesso palla a metà campo, infiniti passaggi sterili a ricamare zig zag orizzontali degni d’una Borletti. Andamenti delle partite accomunati anche da un non sottile filo di sfiga materializzatasi dell’autorete di Albiol con la Juve e nel tiro cross del Villareal commutato in gol da qualche dio maligno, o dagli occhi invidiosi di qualcuno (mia nonna diceva: ponno chiù l’uocchie ca‘e scuppettate).
Le due traverse della Fiorentina hanno fatto capire che finalmente il vento stava cambiando e così è stato contro il Chievo.
Il Napoli IGP, quello originale, era tornato: possesso palla sì, ma finalizzato in decine di verticalizzazioni, occasioni da gol a mappate, corsie laterali diventate riservate come quelle per i taxi e le forze dell’ordine.
Ci siamo arricreati.
Nel periodo buio è stato come se il Napoli fosse una vettura di Formula 1, in testa alla gara, ma costretta a rientrare ai box per una ruota forata o per un indebito passthrough che consentiva a un’altra vettura, con livrea bianca e nera di passare in testa. Ma il Napoli è riuscito a uscire dalla corsia dei box (leggi appunto periodo sfavorevole) nella scia della vettura di testa, a 3 soli decimi (3 punti) di distanza.
Detto questo, alcune osservazioni le vorrei fare. Prima le benevole:
– Ghoulam è stato sontuoso, non si è fermato un momento e questa volta è riuscito anche a crossare velenosamente palle che sembravano missili radiocomandati. E finalmente ha scaricato il suo sinistro potente da fuori area. Pare, però, che la ditta responsabile della manutenzione del rettangolo di gioco, volesse richiedergli i danni per aver scavato nei due tempi, due solchi sulle fasce laterali e aver altresì bruciato l’erba per circa 200 metri.
– Higuain ha dimostrato tutto il suo impegno e l’attaccamento alla maglia. Non solo ha tirato in porta più volte che in tutte le quattro partite sopra citate. È tornato indietro a prendere la palla per smistarla, come sa fare solo lui tra i centravanti di ruolo, e liberando così lo spazio agli incursori di turno. Se a qualcuno sembrava appesantito, forse è perché all’altezza dello stomaco la maglietta porta il logo della pasta Garofalo e giocare con gli spaghetti sullo stomaco non fa bene a nessuno.
– Chiriches ha commesso una leggerezza dopo 80” appena, a freddo. Il suo errore poteva compromettere la partita del Napoli e soprattutto mandarlo in bambola. Invece ha dimostrato una grande professionalità irrorata da forti dosi di autostima portandolo a cercare e trovare il riscatto liberatorio e regalandoci niente di meno che un gol su azione di calcio d’angolo! Una tipologia di gol che per il Napoli è specie protetta.
– Reina è capace di lanci che sembra un Pirlo con il caruso. Ma…
– Lopez ha la mia stima. Non avrà mai, credo voti altissimi, ma assicura solidità alla squadra. È come quei componenti nelle preparazioni gastronomiche che non stimolano le papille, ma assicurano consistenza al tutto. È l’agar agar del centrocampo.
Poche le osservazioni negative (un poco):
– Reina nelle ultime partite non si è fatto sempre trovare piazzato. Spesso troppo avanti dai pali rende imparabili anche palle parabili. Ma che dire: la sua personalità e la sua leadership sono fondamentali per le motivazioni della squadra. Se Lopez è l’agar agar, Reina è l’enzima, o meglio un catalizzatore, che permette di ottenere le corrette reazioni all’organismo Napoli.
– Sarri ha di nuovo tirato in ballo bilanci e fatturato per dire che la Juve è irraggiungibile. Si vede che sotto la tuta batte sempre il cuore di un ex bancario per cui la lettura dei bilanci è come una sfera di cristallo da cui prevedere i destini finanziari e non delle società e quindi delle squadre. Certo, la forza finanziaria è fondamentale in tutte le attività competitive, comprese quelle sportive. Ma non deve diventare un alibi altrimenti sarebbe inutile sognare e il Magonza non avrebbe potuto vincere a Monaco così come l’Atletico Madrid ha fatto contro il Real; e il Leicester non sarebbe in testa alla classifica della Premier. Per il resto, cioè per le cose che contano, Sarri è perfetto anche nelle interviste. Come perfetto sarà Iachini se nel prepartita Palermo-Napoli non dirà che il Palermo dispone meno di un quarto del fatturato del Napoli. Ma che se perderà sarà solo perché il Napoli è una grande squadra, ora che è tornato in pista il Napoli originale e non una sua imitazione.