In mancanza di una direttiva, si procede in ordine sparso. Alcune partite saltano (fermata anche l’Udinese), altre no. Il Napoli, focolaio certificato, dovrà pernottare.
L’Asl di Torino ferma la squadra granata e le impedisce di partire per Bergamo. Disposta la quarantena domiciliare obbligatoria per tutto il gruppo squadra del Torino che ha otto positivi. Quindi Atalanta-Torino non si giocherà. E invece proprio a Torino atterra il Napoli che è ufficialmente un focolaio viaggiante. Lo ha messo nero su bianco l’Asl Napoli 1 che però ha delegato alla squadra il compito di prendere le decisioni più idonee:
la Società Calcio Napoli, alla luce del sopracitato focolaio e nel principio della massima cautela, provvederà a valutare ogni altra misura preventiva/restrittiva utile ad impedire la diffusione del contagio.
Mentre la Asl Napoli 2 ha messo in quarantena Zielinski, Rrahmani e Lobotka perché non hanno la terza dose. E lo ha fatto quando i calciatori sono già sbarcati a Torino. Definirlo il circo del ridicolo non ci sembra eccessivo.
Quindi l’Asl di Torino ferma il Torino ma si vede sbarcare in città una squadra che è ufficialmente un focolaio e che dovrà pernottare in albergo, trasferirsi allo stadio e giocare una partita di calcio. Persino con tre calciatori che dovrebbero essere in quarantena.
È la fiera delle Asl la nuova frontiera del calcio italiano. Qui non si comprano topolini per due soldi, come nella celebre canzone di Branduardi. Sembra piuttosto una roulette. Visto che non ci sono disposizioni a livello nazionale, se non l’indicazione del calcio e del governo italiani di giocare sempre e comunque, ciascuno procede in ordine sparso. Salta anche Fiorentina-Udinese, la squadra friulana è stata fermata dalla Asl. Anche la Salernitana è stata fermata dall’autorità sanitaria locale.
Come previsto ieri, siamo tutti su “Don’t look up”. Non è ancora un meteorite; per ora, è solo una pandemia che da un anno e mezzo sta mettendo in ginocchio il mondo. Ma il calcio va avanti.