Siamo a giovedì – giovedì – e ancora si parla, si scrive, si discute dell’arbitraggio di Rizzoli. Ieri Marotta è intervenuto sull’argomento – l’invidia eccetera – mentre il Napoli saggiamente non ha ancora proferito nemmeno una parola ed è una scelta che merita un lungo e sentito applauso del Napolista. Napolista che, pur ospitando opinioni di parere contrario, ha optato per una linea tutt’altro che barricadera. Rizzoli ha sbagliato, e tanto, ma la vita come il campionato continuano e alla fine vincerà il più forte.
In continuità con questo atteggiamento rivoluzionario, il Napolista sposa persino una proposta dei “nemici” di juventibus che dal loro sito hanno lanciato una proposta: rendiamo pubblici i referti arbitrali cone le motivazioni dei provvedimenti disciplinari, così come avviene in Spagna dove due ore dopo la partita è possibile leggere on line il documento del giudice di gara. Sarebbe un atto di trasparenza in un Paese in cui, non si capisce perché, l’arbitro continui a godere di una irresponsabilità che la Costituzione in realtà conferisce al solo presidente della Repubblica. L’arbitro è un uomo e sbaglia. Quel che avviene sul terreno di gioco lo decide lui, e va bene, ma almeno mettiamo a disposizioni di tutti le motivazioni delle sue scelte. Ci sembra una battaglia di buon senso che procede nella direzione della trasparenza da tutti auspicata. Quindi anche il Napolista si schiera perla pubblicazione, poche ore dopo la partita, del referto arbitrale.
Infine, una considerazione per il popolo juventino che non si capisce come mai negli ultimi tempi è sempre più presente sul Napolista: siete oggettivamente curiosi, più vincete più siete arrabbiati, c’è una rabbia atavica che non vi molla. Il che mi porta a una considerazione. In fin dei conti, il calcio è un gioco. Che chi perda si arrabbi, ci sta. Ma se nemmeno le vittorie riescono a placarvi, una domandina dovreste pure cominciare a porvela. È una sorta di priapismo del tifo su cui secondo me l’ambiente juventino dovrebbe cominciare a interrogarsi.