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Il Tribunale di Melbourne in fondo è né più né meno come il Tar del Lazio

Roma-Juve è il derby dei mister bolliti. Spalletti è un inguaribile, simpatico paraculo, si distingue per lo straordinario uso dell’arte della retorica e dell’astuzia. Da oggi sarà Fra Cipolla

Il Tribunale di Melbourne in fondo è né più né meno come il Tar del Lazio
Parigi (Francia) 13/06/2021 - Roland Garros / foto Imago/Image Sport nella foto: Novak Djokovic

FALLI DA DIETRO – COMMENTO ALLA 21° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2021-22

Manco il tempo di una doccia, ed eccoli di nuovo in campo.

“Non è stata una partita, è stata un martirio. Siamo stati costretti a radunarci come un torneo da bar: alcuni non si allenavano da settimane.
Stiamo attenti a dire che in questo modo si vuole salvare il calcio”.

Marino dopo Udinese-Atalanta. Difficile dargli torto.

E’ una di quelle giornate che si annunciano un po’ malinconiche perché c’è un po’ di noia diffusa, c’è quel pizzico di disaffezione che ti fa prevedere non debba succedere nulla di che.

Non è stato così.
Ci sono un paio di appuntamenti di cartello.
Uno a Milano, l’altro a Roma.

All’Olimpico tiene banco il derby dei mister bolliti.
E se ne vedono delle belle.

I Sangue Oro partono forte e ruggiscono per circa 70 minuti.
Trovano immediatamente il gol con Abraham.
Si fanno riprendere poco dopo da un bel gol della Joya da fuori.

Ma la Roma non si scoraggia, anzi.
Mette il turbo e prosegue per la sua strada.
Addirittura doppio vantaggio.
Prima con l’armeno, poi con una perla su punizione di Pellegrini.

Poi il buio. Poi la spina si stacca.

In sette minuti i capitolini gettano alle ortiche due reti e beccano tre sberle tre. Tutte propiziate dall’ Alvaro con la valigia.

C’è l’opportunità di salvare il salvabile, con un rigore a fine partita.

Niente. Pellegrini va sul dischetto e sbaglia. Poi, con portiere a terra, sbaglia anche sulla ribattuta.

E’ un suicidio assistito.
Mou sempre imbattibile ai microfoni se ne lava le mani.
Magari in quei sette pazzi minuti le sue responsabilità sono relative. Ma le colpe di aver perso 9 partite su 21, svalutando il parco tecnico, sono principalmente sue.

Al Maradona due squadre decimate.

In questo strano scorcio di campionato delle riserve gli azzurri possono esibire la indiscussa qualità delle alternative.

Qualità che consente alla squadra di essere comunque solida e compatta.

Impenetrabile la coppia di centrali di difesa.

Grande personalità del duo di centrocampo.
Continua la “pizarrizzazione” di Charlie Brown Lobo che con il Diego calabro-tedesco pare giochi da una vita, tanto se la intendono quei due.

Bel problema d’abbondanza quando poi la rosa sarà al completo.

A questo quartetto si aggiunga il rinato Faouzi.
Si torna a sentire il suono pulito del suo sinistro quando impatta il pallone.
Tuff, tuff.

Ma chi giganteggia è soprattutto Andrea Petagna da Trieste.
Gol prezioso e bellissimo. In mezza rovesciata, una roba quasi contro natura.

Fa reparto da solo il Petagnone, tenendo costantemente occupati i centrali ciclisti. Crea spazi, prova sponde, difende.

“Non mi interessa il Covid. Il mio virus è il Napoli e i calciatori del Napoli. E da loro non voglio guarire”.
Inguaribile, simpatico paraculo sto Brillantina.

Anzi no.
Dopo questa dichiarazione, da oggi gli cambio nome.

Mi soccorrerà il Giovanni Boccaccio, nativo, come il nostro, di Certaldo.
Protagonista di una novella del Decamerone è un frate buontempone e furbacchio.
Si chiama Fra Cipolla, per via che Certaldo è località famosa proprio per la produzione di cipolle.

E’ un personaggio godibilissimo che si distingue per lo straordinario uso dell’arte della retorica e dell’astuzia.
Chi ha tempo e voglia se lo cerchi nell’ultima novella della sesta giornata.
Chiedo scusa per questa digressione affannosamente colta.

A me sembra perfetto.

Non più Spalletti, dunque. Né Brillantina.
Ma Fra Cipolla per sempre.

Una vittoria di misura conferma i SunInter in testa alla classifica.
Qualche errore di troppo, vedi il gol del pareggio di Ciro di Torre.
Qualche errore di troppo, ma mai come gli esilaranti strafalcioni di Pairetto. Mamma mia come è scarso questo. Buon sangue non mente.

Poi però, i nerazzurri sono tornati a macinare calcio con buona qualità e predominio, creando diverse occasioni per il raddoppio.
Anche prima del gol di Skriniar.

Una nuova conferma dell’identità e la personalità della squadra di Inzaghi, candidata indiscussa al bis tricolore.

Tre punti offerti dal piede sinistro di Alessandro Bastoni. con un bolide dalla distanza.
Bastoni 22 anni, che cresce a ogni partita.
Bastoni, non solo difensore. Tre assist in stagione e primo gol.
Un patrimonio per l’Inter e per la Nazionale.

Lo scudetto è affare da Navigli.
I Diavoli sbancano il Penzo in scioltezza.

Il Penzo appunto. Lo stadio più antico d’Italia dopo Marassi.
Può contenere 10.000 tifosi.

Vederlo quasi pieno, fa pensare all’incoerenza e all’insensatezza del provvedimento preso a partire da questa giornata di campionato, che per almeno due partite limiterà a 5000 persone la capienza degli stadi.

Torna Theo Hernandez. Ne fa due, e ricompone con il super Leao una fascia sinistra fra le più forti d’Europa.

Djokovic torna a fare come cazzo gli pare.

Il Tribunale di Melbourne in fondo è né più né meno come il Tar del Lazio.

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