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Il Governo non elargisce quasi nulla e il calcio italiano piange miseria, sulla Gazzetta le prime lacrime

Cento milioni a tutti gli sport. «In Francia lo sport ha ricevuto 8 miliardi, in Italia 2». Sta fallendo il progetto di fare gli imprenditori coi soldi dello Stato

Il Governo non elargisce quasi nulla e il calcio italiano piange miseria, sulla Gazzetta le prime lacrime
Mg Roma 20/06/2021 - Euro 2020 / Italia-Galles / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Gabriele Gravina-Paolo Dal Pino

Sulla Gazzetta dello sport le lacrime del calcio italiano. Il sistema calcio vuole essere settore trainante con i soldi dello Stato. E piange dopo che il Governo per fortuna non ha ascoltato le lacrime di coccodrillo dei (non) autorevoli rappresentanti del mondo pallonaro italiano. La Gazzetta scrive che il Governo ha stanziato cento milioni e che cento milioni sono pochi, anche perché non destinati solo al calcio.

I soldi che vanno direttamente allo sport sono 100 milioni, di cui però più della metà appartengono a quel “fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano” già esistente, che il decreto autorizza a usare «parzialmente». I ripetuti tentativi della sottosegretaria Valentina Vezzali di arrivare a un investimento molto più cospicuo si sono scontrati con il “vorrei ma non posso” degli uffici del ministero dell’Economia.

La Serie A aspetta soprattutto il provvedimento relativo

all’allargamento del periodo di sospensione e rateizzazione dei versamenti fiscali e contributivi. In legge di Bilancio il rinvio era stato limitato ai primi quattro mesi del 2022, ora si tenta ad allargarlo e su questo c’è una dialettica sull’asse Federcalcio-Ministero dell’Economia che aveva prodotto risultati positivi alla fine dell’anno. È un provvedimento decisivo per la Serie A, che nel periodo della pandemia ha perso 1,1 miliardi.

La Gazzetta scrive che lo sport italiano ha ricevuto

2 miliardi e mezzo rispetto agli 8 della Francia), arrivati però sempre in maniera frammentaria e spesso senza una relazione diretta con le perdite subite rispetto al 2019. È mancato per esempio, un provvedimento che compensasse una parte della perdita da biglietteria, uno dei passaggi chiave della politica francese (107 milioni nel 2020, 110 nel 2021 e un’analoga cifra in via di stanziamento per il 2022).

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