Primo tempo degli azzurri: 1-0 e un palo. Ripresa degli interisti che hanno pareggiato con Dzeko e smentito le critiche di chi li accusava di calare dopo 70 minuti
Napoli-Inter finisce 1-1. Il pareggio premia la squadra più solida, quella che ha saputo reagire ed è stata più brava a remare controvento. Ad alti livelli sono i dettagli a fare la differenza. I dettagli e la capacità di mantenere alta la concentrazione ed evitare distrazioni. Sembrano frasi fatte eppure sono sempre di più gli sportivi che hanno compreso l’importanza della tenuta mentale. Nel calcio è ancora un tabù, si fa fatica a parlarne. E forse anche a prenderne atto. Con un grande secondo tempo gli uomini di Inzaghi hanno risposto a chi, dopo il derby, aveva scritto di squadra che dura settanta minuti. Napoli-Inter ha detto tutt’altro. Sul gol del pareggio, a inizio ripresa, il Napoli si è distratto. Sono i dettagli su cui bisogna lavorare quando si ambisce all’eccellenza.
Napoli e Inter hanno giocato una bella partita. Intensa, insolita per il campionato italiano. Buono anche il metro adottato dall’arbitro Doveri, direzione di gara all’inglese e ce n’è tanto bisogno dalle nostre parti.
Il Napoli ha avuto l’opportunità di vincerla. Segnare dopo sei minuti, in casa, è un vantaggio importante. Ha giocato meglio il primo tempo, Spalletti ha imbrigliato Brozovic e Barella, ha tolto l’ossigeno alla squadra di Inzaghi (in tribuna) e avanti ha potuto contare su Osimhen che ha conquistato un rigore, ha servito un signor assist a Insigne, ha lottato contro De Vrij e Skriniar. Vantaggio su rigore, palo esterno con Zielinski. Ma la partita dura due tempi e nel secondo l’Inter ha mostrato perché è in testa alla classifica. Sì hanno avuto il vantaggio di pareggiare dopo un minuto ma non è fortuna: è solidità mentale, è fiducia nei propri mezzi. E nel finale hanno messo paura ai 27mila del Maradona.
Questa è stata Napoli-Inter. Il campionato non è chiuso ma è innegabile che la squadra di Inzaghi si sia mostrata più solida, soprattutto nel non disunirsi (per dirla alla Capuano nel film di Sorrentino) quando è stata sotto. Che poi è la caratteristica fondamentale per raggiungere i risultati. Il Napoli, invece, una volta incassato il gol del pareggio, non si è più ripreso.
Ora è il Napoli che non deve né disunirsi né drammatizzare. Deve lavorare sui dettagli e sulla capacità di mantenere la concentrazione alta più tempo possibile.
La cronaca.
Al terzo minuto si capisce che Osimhen ha dimenticato l’incidente dell’andata, si getta senza timori in un duello di testa in area molto simile a quello che gli provocò il tremendo infortunio.
La partita gira un minuto dopo. Cross basso da sinistra, Osimhen anticipa De Vrij che gli entra sulla caviglia. Doveri non se ne accorge, forse perché troppo preso dal prosieguo dell’azione. Da casa non ci sono dubbi. Ne ha soltanto Marelli che a Dazn parla di «situazione difficile da valutare». Per fortuna ormai il lavoro dell’ex arbitro è negli studi tv. Una volta al Var, a Doveri bastano due secondi per decidere. Rigore. Insigne lo tira come in genere si calciano questi rigori. Forte a incrociare. Al 12esimo il Napoli il raddoppio. Insigne appoggia dietro a Zielinski che dal limite dell’area, di sinistra, colpisce la parte esterna del palo.
Politano esce per infortunio, al suo posto Elmas. La partita viaggia a ritmi alti. Lobotka cuce e non perde di vista Barella. Fabian non ha certo meno qualità di Brozovic e offre un saggio con un lancio per Insigne che ovviamente si fa ribattere il tiro provando il tiro a giro. Osimhen non si risparmia e fa a sportellate con De Vrij e Skriniar, offre al capitano la palla del raddoppio con un gol da figurine Panini ma la palla finisce alta. Insigne chiude i primi 45 minuti con un’ammonizione per proteste. Inizialmente, Koulibaly è stranamente impreciso. Si riprende strada facendo.
Il secondo tempo è il contrario del primo. Decisamente più Inter che Napoli. I nerazzurri impiegano poco più di un minuto per pareggiare. Segna Dzeko che in quella porta già fece piangere il Napoli sarrita ai tempi della Roma. Il Napoli si lascia sorprendere da una giocata non straordinaria, un uno-due con cross di Lautaro per il bosniaco che è favorito da un rimpallo ma si conferma attaccante di razza. Sfiora il raddoppio in tre mosse: lancio lungo di De Vrij per Perisic che imita Jacobs e mette al centro dove solo Koulibaly evita a Dumfries di segnare. Il Napoli un paio di chance le ha ma sembrano occasionali, non frutto di una superiorità come invece nel primo tempo. La verità è che nell’ultima mezz’ora l’Inter fa capire perché è in testa al campionato.