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L’ossessione difensiva di Sarri che si ispira a Nick Bollettieri

Report mattutino da Dimaro, Sarri insiste sulla fase difensiva, esercizi ripetuti come accade nel tennis. Schemi nuovi in attacco

L’ossessione difensiva di Sarri che si ispira a Nick Bollettieri

Il cielo è terso, scrosci di pioggia. Il campo di Dimaro sembrerebbe Anfield in un match pomeridiano, se non fosse che al posto della Kop troviamo alberi e tronchi di alberi pronti a diventare tocchi per camini. Il lavoro di questa mattina comincia con un po’ di scioglimento, e registriamo il primo record del ritiro: tredici minuti di allenamento e il pallone non si è ancora visto. Poi si vede anche dalla tribuna stampa che Sarri sta scoppiando dentro. Quindi, ecco che si fa di nuovo sul serio. Le cose che piacciono al tecnico azzurro, le esercitazioni su movimenti e palloni in movimento.

Forse abbiamo trovato il vero emulo dell’allenatore di Figline Valdarno: Nick Bollettieri. Per chi non lo conoscesse, speriamo siano in pochi, è il proprietario e deus ex machina della più importante academy di tennis del mondo: da lì sono usciti André Agassi, Jimmy Arias, Jim Courier, Pete Sampras, le sorelle Williams. Insomma, il meglio del meglio. Come per un maestro di tennis, come si fa con le racchette in mano, Sarri fa provare e riprovare gli stessi esercizi. Inutile dirlo, soprattutto se seguite i nostri report, che si tratta di lavoro difensivo. Sulla linea a quattro, su tutte le situazioni possibili d’attacco avversario.

La prima simulazione l’abbiamo già vista: linea a tre al centro, strettissima, mentre il terzino esce sull’esterno offensivo in avanscoperta. Il suo pressing è blando, l’obiettivo è farlo crossare. I tre al centro, inscatolati orizzontalmente in non più di cinque metri, tengono la linea e le distanza. E, intanto, camminano sul binario immaginario e parallelo che vuol dire tattica del fuorigioco. Il cross viene ribattuto, i movimenti vengono praticamente mandati a memoria, anche perché il tecnico li detta col telecomando della sua voce. E lo fa una, dieci, quindici, trenta volte. Un’ossessione per Maurizio aka Nick. Che dopo, amplia le situazioni: al secondo esterno, adesso, si aggiunge il vertice centrale del triangolo d’attacco, l’uomo fuori area. La scena ora è fantastica, perché la palla di chi attacca si muove dall’esterno verso il centro, in modo da aggirare la difesa. E il terzino corre subito a mettersi in linea con i tre centrali, sempre strettissimi: la linea a quattro diventa, anzi ritorna linea e si comprime sulla striscia bianca che delimita l’area di rigore. Nick-Maurizio grida e dice «Buona».

Nick Bollettieri

Nick Bollettieri, in tribuna a Dimaro, pare soddisfatto del lavoro di Sarri, suo emulo.

Dopo, terza variante: stavolta, l’esterno supera il terzino ed entra in area: i centrali si muovono verso di lui, tenendo sempre la linea e cercando di coprire la luce per il cross basso. A volte riesce, a volte no. Ma contano i movimenti. L’esito dell’azione dipende da altri fattori che, con il lavoro ripetuto all’infinito, c’entrano poco o niente. Come nel tennis, dove puoi diventare bravissimo ad arrotare il rovescio in top e poi la palla colpisce la linea e allora ti devi allungare e colpirla bene pure se rimbalza male. Magari in back, che non c’entra niente col tuo colpo originale. Ma tu hai provato anche quello milioni di volte e quindi lo sai fare.

Oggi abbiamo voluto fare gli enfatici, parlando di difesa e tennis. Ma la verità è chche il primo esercizio tattico di oggi ha riguardato l’attacco. Tutto quello che abbiamo già raccontato è venuto dopo, però ci piaceva raccontarlo prima che fa figo. Si lavora sull’uscita dalla difesa, ovviamente col possesso e la palla rasoterra, e poi sulla controripartenza. Due squadre, ma stavolta lo start all’azione offensiva viene dai preparatori vestiti di rosso. Che dettano l’inserimento dei terzini con il passaggio e appoggiano la palla sull’attaccante che viene a fare da perno. In tanti attaccano l’area avversaria: l’esterno opposto, il centravanti, una delle mezzali. È una novità per questa squadra, che in realtà ci fa pensare a un futuro senza Higuain. Ne parleremo a parte, in un pezzo che sarà online tra poco. Ma non facciamo gli allarmisti.

Al termine della seduta, Sarri e Giuntoli si avviano verso bordocampo. Parlano fitto, imbacuccati in due giubbe rosse e nere. Il tecnico gli avrà chiesto dei prossimi acquisti, il diesse gli avrà risposto che stanno per prendere uno con una certa mentalità vincente: Rafael Nadal, che ha anche uno zio calciatore. A Sarri-Bollettieri piacciono calciatori… ops, tennisti così.

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