Il tecnico del Tottenham: «Se vi aspettate che quando perdo sia felice vi sbagliate. Avrei fatto meglio a tenere per me le mie riflessioni»
Antonio Conte ci ripensa: non si autoesonera più. Mercoledì sera, dopo la sconfitta contro il Burnley, aveva dichiarato:
«Forse non sono abbastanza bravo, il Tottenham mi ha chiamato per cambiare le cose ma nonostante le stiamo provando tutte, non è abbastanza. Questa situazione è frustrante, ci dovranno essere delle valutazioni da fare col club».
Oggi è tornato sui suoi passi e sulle sue parole.
«Ho parlato con il presidente del Tottenham, Daniel Levy. Il nostro presidente sa molto bene che io sono qui per aiutare il club in qualsiasi momento. E che lo farò fino alla fine. Questa è la realtà, e lui sa che stiamo lavorando duramente. Ha una grandissima considerazione per il nostro impegno e per quello del mio staff».
Conte ha poi continuato:
«Se vi aspettate da me che quando perdo io sia felice e venga ai microfoni a ridere, beh, io non sono questo tipo di persona. Mi scuso per aver mostrato la mia delusione, forse avrei fatto meglio a mantenere le mie riflessioni all’interno del gruppo. Ripeto che intendo aiutare il club sotto ogni aspetto. Loro mi mostrano grande considerazione ogni giorno, e per questo sono grato al club, perché mi rendo conto che la stima e la fiducia verso di me è molta».