Lettera al ministro dell’Interno: “La scorta per le vie della città resta inspiegabile. I responsabili dei disordini vanno identificati”
La marcia su Cagliari degli ultras del Napoli ha ancora una coda. Il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu ha scritto una lettera al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese per chiedere che i tifosi del Napoli che lunedì 21 febbraio sfilarono scortati dalle forze dell’ordine per le strade della città offendendo e provocando vengano identificati e puniti. “Solo l’intelligenza e il buonsenso dei cittadini cagliaritani hanno impedito di trasformare una partita di calcio in un’occasione di scellerata violenza”, ha scritto il sindaco.
“Come lei sicuramente saprà – si legge nella lettera- i tifosi del Napoli si sono allontanati dall’aeroporto di Elmas in treno, sono scesi una fermata prima della stazione centrale di Cagliari, hanno attraversato le vie della città per ben sette chilometri urlando slogan offensivi nei confronti di Cagliari e dei suoi abitanti”. Gli ultras del Napoli hanno rifiutato “di salire sui pullman che li avrebbero condotti allo stadio, e per evitare una possibile guerriglia urbana si è preferito scortarli fino allo stadio Sant’Elia”.
Resta però “inspiegabile” per Truzzu la scorta a piedi allo stadio, “bloccando il traffico cittadino, percorrendo vie trafficate e molto frequentate correndo il rischio elevatissimo di entrare in contatto con la tifoseria locale. Sarebbe bastata una piccola scintilla per scatenare una guerriglia urbana dagli esiti imprevedibili, come già avvenuto in passato in tante città italiane”.
Il sindaco di Cagliari coglie l’occasione per rivendicare “l’esiguità del personale delle Forze dell’ordine” nella città e chiude, appunto con la richiesta: “che tutti coloro che si sono resi protagonisti di simili comportamenti e che hanno disatteso le disposizioni dei tutori dell’ordine pubblico siano stati identificati, o possano esserlo, e vengano prontamente sanzionati, giacché non è possibile far prevalere la logica della prepotenza e della totale inosservanza delle regole e della convivenza civile. Ci piacerebbe avere una risposta e soprattutto Le chiediamo che, in occasione di altre partite, non si ripeta lo stesso schema di gestione di una tifoseria in trasferta”.