L’allenatore non parla più (se non per augurarsi la fine del Var), il dg Marino rilascia dichiarazioni da provinciali. Il ridimensionamento è cominciato, anche a livello mentale

La lunga crisi dell’Atalanta la capisci dal fatto che Gasperini non ci mette più la faccia. Quando le cose andavano bene, era sempre lì in tv. Adesso, il tecnico non si vede più. È la quarta partita di fila che davanti alle telecamere si fa sostituire dal direttore generale Umberto Marino. Apparve solo, in occasione dell’Europa League, ai microfoni Sky per dire che il Var sta distruggendo il calcio e per lanciare il suo augurio che i tifosi inglesi lo facciano fuori come con la Superlega. Appello raccolto solo da Maurizio Sarri.
La realtà dell’Atalanta è piuttosto complessa. C’era una volta il meraviglioso giocattolo che i Percassi sono stati bravissimi a vendere quando ha toccato il punto massimo. Alla 17esima giornata l’Atalanta era al terzo posto in classifica a 37 punti: tre in meno rispetto all’Inter e due di ritardo sull’Inter. Aveva scavalcato il Napoli fermo a 36. Aveva nove punti di vantaggio sulla Roma di Mourinho.
Undici giornate dopo, sia pure con un match da recuperare, la squadra di Gasperini è stata raggiunta dalla Roma (che l’ha battuta due volte). Ha vinto solo due partite, contro Udinese e Sampdoria. Ha totalizzato la miseria di dieci punti. Nella classifica del girone è ferma a 9 punti, con quattro lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione. Nella classifica generale adesso è quinta, fuori dalla lotta scudetto e con la qualificazione Champions che va lottata sul campo soprattutto contro la Juventus ma anche contro le romane che incombono. Certo gli alibi esistono. Ha perso Zapata, non ha più Ilicic, ha venduto Gosens. Se per te conta solo il bilancio, poi il campo ne risente.
La Gazzetta scrive che
Per l’Atalanta, Gasperini tace ancora e allora le lamentele sono di Pessina. «La Roma ha fatto una gran partita e a noi manca lucidità davanti, ma non ho capito il metro arbitrale. A nostro sfavore sono stati fischiati 5-6 contatti spalla a spalla. E poi perché non andare a rivedere il fallo di Abraham su Demiral? (sui social il turco posta una foto col segno dei tacchetti, scrivendo: “Cos’è questo?”).
Anche le dichiarazioni sono tornate quelle di una squadra provinciale, senza ambizioni. Ha detto il dg Marino:
La Roma è nata per stare in alto, eppure l’abbiamo messa alle corde per trequarti della partita.
Il ridimensionamento è cominciato, anche a livello mentale.