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Osimhen più forte della sfiga che porta il patto scudetto

Un gol alla Pruzzo, il primo. Da denuncia penale i telecronisti che definiscono “specialità della casa” il tiro a giro di Insigne.

Osimhen più forte della sfiga che porta il patto scudetto
Napoli 19/03/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Udinese / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Kalidou Koulibaly-Roberto Maximiliano Pereyra

Il mio Napoli – Udinese 2-1

  • Intervista a D’Agostino, nella quale spiega i motivi per il rifiuto al Napoli e l’attesa del grande treno che avrebbe dovuto portarlo a Milano e che invece lo ha spedito a Siena Centrale? Fatta.
  • Intervista a PierPaolo Marino sui suoi trascorsi gloriosi, deviando “involontariamente” su come scoprì Lavezzi e Hamsik? Fatta.
  • Interviste a Domizzi, Pampa Sosa, Carnevale, Miano, Massimo Mauro, Armero, Inler, Pavon e Pineda? Fatte.
  • “Avendo compiuto il giro di routine, si può giocare la partita?” No, no, manca Di Natale.
  • Per fortuna la Gazzetta è andato a pizzicarlo sotto sotto. Anche se è sembrata quella del 2020 che sembrava quella del 2019 che sembrava quella del 2005 ecc ecc.
  • Intervista a Di Natale in cui racconta i motivi per i quali non ha mai giocato nel Napoli, il suo hobby  per le triplette che ci rifilava, il suo hobby per gli infortuni prima di giocare al San Paolo e il chiedere il risultato del Napoli negli spogliatoi, alla fine delle sue partite? Fatta. Allora finalmente si può giocare.
  • Prima della gara ho letto di un patto scudetto sancito nello spogliatoio tra i giocatori, ma faccio finta di non averlo letto.
  • E ho letto che Spalletti, dopo le 13 figate, che hanno portato benissimo, le 11 finali, che hanno portato ancora meglio, ha parlato di 9 storie da scrivere. Ma faccio finta di non averlo letto.
  • Spalletti ha riproposto lo stesso spartito di Verona con Zielinski in panchina e 11 contro 11. Ma il primo tempo non è stato all’altezza del Bentegodi.
  • Beto, solo in area, di testa non ha inquadrato la porta. Mi piaceva Beto, peccato che gli venne la saudade.
  • Deulofeu è stato una spina nel fianco. “Ma Antò (Minao), questo Deulofeu è lo stesso del Milan?”, ma al Minao, come sempre, piace ballare solo le sue danze e ha risposto: Come si parla di riscatto, Anguissa sembra che non ce la fa. Oggi non azzecca niente. È un caso?
  • Beto si è fatto anticipare in angolo e Ospina ha compiuto un mezzo miracolo su un colpo di testa sotto la traversa. Il miracolo vero poi lo ha fatto quando è caduto a terra e si è subito rialzato.
  • In mezzo, il gol. E con un risposta in ritardo di venti minuti, il Minao: “sì, è il Deulofeu del Milan”. Seguita da una frase poco lusinghiera nei confronti della signora che lo mise al mondo.
  • Dopo aver subito un gol le paure in genere sono: ora la squadra comincia con l’assedio per entrare con la palla e il piede dentro la porta, e quindi non tirare mai, in stile Spezia o Empoli; che Kulì si sganci in avanti senza senso alla ricerca di qualche follia.
  • Lo svantaggio ha prodotto pochissimo: il classico tiraggiro che i telecronisti, da denuncia penale, hanno chiamato “specialità della casa” e un tiro deviato di Fabian che ha fatto urlare “gol” l’intero palazzo del Minao e quello adiacente.
  • Il tempo è finito invece 0-1.
  • Da questo momento ho vissuto una fase surreale a casa Minao: c’era chi voleva vedere le prove del GP; chi ha aperto una guantiera per un bella zeppola di San Giuseppe, chi “chi fa ‘o cafè?” e chi ha mostrato i filmini dei figli che hanno recitato la poesia per la festa del papà.
  • “Scusate-ho chiesto-ma mentre vi trastullate spensieratamente, avete capito che ci stiamo giocando il campionato e stiamo giocando una ciofeca?”
  • Risposta: “una ciofeca? Hai ragione, Antò, il caffè sarà salito, muoviti”.
  • Deluso e affranto avrei desiderato un colpo di coda, una scarica adrenalinica, un cambiamento.
  • Per fortuna ci ha pensato Spalletti con l’ingresso di Mertens.
  • Diciamolo, Mertens, nelle uscite precedenti (Cagliari) era stato come il caffè del Minao. Ieri non ha partecipato direttamente alle azioni che hanno portato alla rimonta nigeriana, ma ha dato quella sterzata emotiva decisiva.
  • Una legnata di testa su cross di Mario e un anticipo alla bomber Pruzzo hanno ribaltato Udine e il patto dello spogliatoio che porta più sfiga delle tabelle di marcia. Quando è servito bene, Godimhen diventa implacabile.
  • Vorrei far notare che negli ultimi 4 gol, tre sono stati realizzati con un cross dal fondo. Il secondo di ieri, con addirittura una sovrapposizione, che io non vedevo più dai tempi di Sonetti.
  • Questo per dire che la moda di arrivare sul fondo, far finta di crossare tornare indietro per cercare il pertugio in palleggio e poi magari tornare da Ospina, ha stancato più delle interviste agli ex. E sono certo che lo pensi anche Godimhen.
  • Alla fine abbiamo chiuso con l’uomo in più e qualche leggero patema irrilevante contro una Udinese col sangue agli occhi.
  • Di negativo, le ammonizioni di Rrahmani e l’assurda di Victor che li porterà alla squalifica contro la simpatica Bergamo del simpatico Gasp e l’infortunio a gioco fermo, su una palla che non avrebbe mai preso, di Di Lorenzo.
  • E il gol serale di Bennacer contro un Cagliari, la squadra più in forma del campionato, tristemente remissivo.
  • Al triplice fischio, per rilassarmi, ho guardato tutti i filmini di tutte le poesie di tutti i figli di tutti i papà presenti, ho mangiato un paio di zeppole, ho sentito urlare “Popposiscion, popposiscion, Leclerc” e resto in attesa dell’intervista di Zapata. E il patto scudetto va infilato nel caffè del Minao.
  • A proposito, Antò, la prossima volta, fallo fare a tua madre. Grazie.
  • Forza Napoli Sempre
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