Alla Gazzetta: «Purtroppo ci saranno sempre degli imbecilli negli stadi e fuori. La Serie A? Vanno migliorati i terreni di gioco e qualche spogliatoio è un po’ piccolo»
Sulla Gazzetta dello Sport un’intervista a Olivier Giroud, attaccante del Milan. Parla della lotta per lo scudetto.
«L’Inter non è affondata e rimane un pericolo come il Napoli e la Juve. Siamo coscienti che lo scudetto sia alla portata, ma bisogna rimanere lucidi, umili, continuare a lavorare duro fino alla fine».
Al Milan, dice,
«C’è una perfetta alchimia tra i giocatori di esperienza e i giovani. Vedo gli ingredienti giusti e il giusto equilibrio che mi fa ben sperare».
Su Ibrahimovic:
«Condividiamo la stessa voglia e determinazione di andare oltre i limiti e continuare a dare il nostro contributo. Non so se giocherò fino a quarant’anni, ma voglio rimanere al vertice finché il fisico me lo permette. Mentalmente sono già pronto. Al Milan sto bene, i tifosi mi hanno accolto benissimo, ho sfruttato al meglio questa opportunità ritagliandomi il mio spazio. E’ chiaro che sul medio periodo ho voglia di restare per un altro po’ al Milan».
Parla anche della Serie A:
«Non mi aspettavo tanta intensità anche contro squadre sulla carta meno forti. Tutte pressano e vanno in marcatura a tutto campo, attaccano per vincere, prendendo rischi, senza timore. Dell’Atalanta si sapeva, ma abbiamo faticato pure con Salernitana o lo Spezia di Thiago Motta, al di là dell’episodio arbitrale controverso. E sarà dura anche al ritorno con Torino e Verona. Bisogna restare concentrati perché è un campionato davvero competitivo. Poi, si possono migliorare i terreni di gioco: in Premier sono davvero perfetti. Ho visto qualche spogliatoio un po’ piccolo, ma ce ne sono pure in Premier. La verità è che è un calcio che mi piace».
Sugli insulti razzisti a Maignan durante Cagliari-Milan:
«Purtroppo ci saranno sempre degli imbecilli negli stadi e fuori. E’ difficile combattere il razzismo. Non spetta a me dire che cosa va fatto a livello istituzionale, ma è indispensabile che anche noi giocatori alziamo la voce per continuare a opporsi alle discriminazioni».