Il capitano del Napoli è apparso “spento e senza convinzione. Non cercava l’uno contro uno”. Meglio Raspadori, “la palla non gli scottava tra i piedi”
“Siamo fuori dal Mondiale, traditi dalla paura, senza un futuro”.
Lo scrive Fabrizio Patania sul Corriere dello Sport, raccontando la terribile disfatta dell’Italia contro la Macedonia del Nord e l’esclusione della Nazionale dai prossimi Mondiali, per la seconda volta.
“Un dato emerge con chiarezza. Non abbiamo attacco. Da settembre a ieri sera, tolto il 5-0 alla Lituania, abbiamo realizzato solo 5 gol in 7 partite. Se non segni, non vinti. L’Italia ha pagato il tramonto di Insigne, capitano avviato al divorzio dal Napoli, e i limiti emotivi di Immobile, travolgente con la Lazio e mai decisivo con l’Italia. Schiacciato dalla pressione. Dietro, però, non ci sono alternative credibili”.
Il più vivo in attacco è stato Berardi.
“L’esterno del Sassuolo era il più vivo. Troppo teso e circondato Immobile, spento e senza convinzione Insigne. Non cercava l’uno contro uno”.
Molto meglio di Insigne è andato Raspadori.
“Mancini ha tolto Insigne. Raspadori è entrato bene, con personalità e iniziativa: niente paura, la palla non gli scottava tra i piedi. Ma è durato poco. I successivi cambi non hanno pagato”.