“Lo hanno mandato via come fosse uno qualsiasi e, poi, gliene hanno dette di tutti i colori. A Madrid ha raccolto un ambiente spaccato e sfiduciato, e lo ha riportato al top”
Sulla Gazzetta un editoriale napolista in purezza di Stefano Agresti. Finalmente anche alla Gazza si accorgono che aver esonerato Ancelotti per Gattuso è stato un crimine contro il calcio. Non puntano il dito contro Gattuso, in fondo non è colpa sua, ma contro De Laurentiis e l’ambiente Napoli. Lo scrive Stefano Agresti. Scrive che è stato “maltrattato dal Napoli (…), De Laurentiis lo ha licenziato, preferendogli il suo vecchio allievo Gattuso”.
Lo hanno mandato via dal Napoli come fosse uno qualsiasi e, poi, gliene hanno dette di tutti i colori. Che non era più in grado di tenere in mano uno spogliatoio, lui che aveva gestito campioni esplosivi un po’ ovunque, dal Milan al Chelsea, dal Paris Saint-Germain fino al Real, con qualche scricchiolio solo al Bayern. Che aveva depauperato un patrimonio di talento, quello consegnatogli da De Laurentiis. E, alla fine, che il suo tempo era terminato: caro Ancelotti, si dedichi ai nipoti, la panchina giusta per lei è quella dei giardinetti.
Giustamente Agresti sottolinea la straordinarietà del lavoro di Ancelotti a Madrid dove è primo in Liga e nei quarti in Champions.
Oggi sembra normale, quasi scontato ciò che sta facendo il Real di Ancelotti. Non lo è. Carlo ha raccolto un ambiente spaccato, sfiduciato, destinato apparentemente a rivedere le sue storiche ambizioni di gloria, almeno nell’immediato. Senza grandi acquisti, anzi con gravi perdite (Sergio Ramos e Varane, dopo Ronaldo), sembrava impossibile che i madrileni potessero tenere il passo delle grandi d’Europa.
E chiude con una domanda:
Possibile che l’uomo capace di far rinascere il Real fosse la causa dei problemi del Napoli?