Ventidue gli atleti campani a Rio 2016. C’è anche Matteo Castaldo nel canottaggio. L’importanza del mare e della Canottieri.
Il mare bagna Napoli solo nello sport. La conferma di Matteo Castaldo, leader e anima del “quattro senza” mondiale, fa giustizia delle polemiche pretestuose alle quali qualcuno poco informato (?) aveva prestato attenzione e, soprattutto, restituisce serenità a tutto l’ambiente del canottaggio ferito a morte dai casi recenti di insubordinazione di due atleti di punta. Da ieri il ct di ferro, La Mura, e il coach che sa plasmare i campioni, Andrea Coppola, possono di nuovo fare grande affidamento sul “quattro senza” che è la barca che ci fa sognare dopo le performance che l’hanno fatta schizzare ai vertici mondiali.
Perché tanto strombazzare, allora, sul nome di Castaldo? Beh, per due motivi: il primo è di pura disinformazione, il secondo chiama in causa la malasorte che ha tentato di presentare il conto al nostro atleta investito fortuitamente, al termine di un allenamento, dal ginocchio di un compagno. Si era temuta la frattura di qualche costola, ma la Tac ha stabilito che si era trattato solo di una botta già assimilata e digerita da Matteo che brucia dalla voglia di coronare il suo sogno e non si sarebbe certo arreso a una fatalità. Tutto bene e via con il samba.
Nella quiete di Piediluco, i canottieri stanno completando la massacrante “cura La Mura” e partiranno il 30 ma qui ci preme rendere conto della affermazione iniziale: il mare bagna Napoli solo nello sport. Lo facciamo con i numeri che non possono generare disinformazione. In Brasile gli atleti italiani saranno 297 e di questi 22 sono campani, ma a colpire di più è la scoperta che solo Roma ha più atleti di Napoli. Incredibile ma vero. Questo dato, però, porta ad un’altra considerazione che è un impietoso atto di accusa nei confronti della politica, sportiva e non. Roma di quanti impianti sportivi dispone? E Napoli quanti ne ha? E in quali condizioni sono ridotti? Una risposta sarebbe gradita, ma non arriverà mai. E la Scandone, tanto per dirne una, continuerà ad essere un eterno caso irrisolto.
Siamo arrivati al nocciolo della nostra affermazione. Rio celebra un primato indiscusso della nostra città che è ottimamente rappresentata solo negli sport di mare. Proviamo a fare una mano di conti. Nella pallanuoto siamo rappresentati da Alessandro Velotto, il ragazzo di Ponticelli, molto stimato dal Ct Sandro Campagna per la sua tenacia e per la capacità di recitare tutte le parti in commedia. Nel nuoto c’è Stefania Pirozzi che il ticket lo ha afferrato quasi sulla scaletta dell’aereo grazie al suo coach Sandro Avagnano che l’ha rimessa in carreggiata dopo aver rischiato di andare fuori pista. E qui tocca dire che noi diciamo, sbagliando, che la Pirozzi è napoletana, ma, in effetti, è nata ad Apollosa ed è giusto dare al Sannio quello che gli spetta, ma per noi è “napoletana” perché natatoriamente è nata, cresciuta ed esplosa nella piscina della sua società, la Canottieri Napoli. Come Matteo Castaldo e Marco di Costanzo giallorossi a 360 gradi ma costretti a cambiare casacca per effetto di scelte non proprio condivisibili della dirigenza. In questo senso Castaldo è l’esempio più calzante: il suo cuore è giallorosso anche se come atleta avrà sempre una profonda gratitudine per il Circolo Savoia che lo ha accolto e lo ha assistito portandolo ai vertici.
Il mare, dunque, culla le nostre ambizioni. E sbatte in prima pagina la straordinaria vitalità del vivaio della Canottieri Napoli. Le Olimpiadi, però, sono un’altra cosa. A Rio, nonostante le polemiche sul doping, il livello delle gare sarà altissimo e cadranno moltissimi record. Sarà un bel vedere e la pattuglia di atleti napoletani pur non puntando a medaglie, una speranziella con il “quattro senza” di Matteo Castaldo e il settebello di Alessandro Velotto ce la fa coltivare. Zitti, però, altrimenti Peppe Abbagnale e Davide Tizzano ci fulminano con lo sguardo.