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Zazzaroni: “Ancelotti è speciale, sa di calcio e non racconta cazzate. A Napoli pagò la sua coerenza”

Sul Corsport: “Sotto 0-3 col Chelsea, ha tolto gli insostituibili e ha vinto. Studia e si aggiorna. Quarant’anni di calcio e milioni non lo hanno cambiato: è rimasto semplice e perbene”

Zazzaroni: “Ancelotti è speciale, sa di calcio e non racconta cazzate. A Napoli pagò la sua coerenza”
Db Milano 15/09/2021 - Champions League / Inter-Real Madrid / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Carlo Ancelotti

Sul Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni dedica un lungo articolo a Carlo Ancelotti, rigettando l’etichetta di normale per un allenatore che ha vinto tre Champions, due Coppe Intercontinentali e che tra qualche settimana potrebbe essere il primo tecnico ad aver vinto i campionati in Italia, in Germania, in Francia, in Inghilterra e appunto in Spagna.

Ieri sera, contro il Chelsea,

Superata oltre un’ora di sottomissioni e imbarazzi diffusi, Ancelotti ha deciso che era giunto il momento di cambiare, e di cambiare radicalmente. Fuori l’insostituibile Kroos, che non l’ha presa bene, quindi Mendy, infine l’altro titolarissimo Casemiro. Modric ha subito premiato il coraggio con un esterno da Louvre che ha consentito a Rodrygo di riaprire la partita e cambiare il corso della storia: dopo i più ricchi del mondo, il Real di e con Benzemagic ha fatto fuori i campioni d’Europa.

Scrive Zazzaroni:

Ancelotti è difficilmente superabile per competenza, concetti e conoscenze, gestione della squadra, dei caratteri e dei presidenti (ad eccezione di de Laurentiis, col quale ha comunque conservato un buon rapporto).

Ancelotti è il calcio universale e sempre dentro il suo tempo, un professionista misurato nel mondo degli sparaballe: non racconta cazzate insomma, non complica uno sport nel quale sono decisivi qualità degli interpreti, rapporti e episodi, rispetta le caratteristiche dei suoi giocatori e studia quelle degli avversari. Si aggiorna in continuazione, trascorre delle ore a preparare ogni fase della partita, e sfugge, anticipa, mette all’angolo, smussa qualche angolo di troppo. Soffre le pene dell’inferno, come ieri sera.

Ancelotti è speciale perché quarant’anni di pallone e molti milioni sul conto corrente non l’hanno cambiato di una virgola: è ancora semplice e perbene e non ha perso il senso pratico. Tutt’altro. Pochi anni fa, temendo di restare fuori dal giro, accettò – spiazzando tutti, perfino Sacchi – la proposta del Napoli, si rimise in gioco, fece soffrire il Liverpool in Champions, ma per aver seguito con coerenza i propri principi fu sopraffatto dai rapporti con un paio di giocatori importanti e il presidente.

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