Giaccherini stava per rinunciare al calcio e andare in fabbrica. Poi l’ultima chance col Pavia e l’inversione del destino.
Nel 2007, in primavera, aveva deciso di abbandonare il calcio e di andare in fabbrica, proprio come suo padre e suo nonno. In uno scontro di gioco ebbe la peggio e fu costretto ad operarsi alla milza. Il futuro calcistico di Emanuele Giaccherini semplicemente non c’era più. Così scrive su iogiocopulito.it, il blog sportivo del Fatto quotidiano, Leonardo Ciccarelli. Che racconta come cambiò il destino del neoacquisto del Napoli che ha collezionato 29 presenze in Nazionale. Il Pavia aveva bisogno di giocatori per salvarsi e Giaccherini si concesse un’ultima possibilità: segnò nove gol e contribuì alla salvezza. La vita era girata, lo chiamò il Cesena in serie C anche se dovette conquistarsi il posto in rosa. Perché Giaccherini si è dovuto sudare tutto nella vita. E per stare nel Cesena di Bisoli, ricoprì ogni ruolo. Il resto lo conosciamo. Il finale è da riportare: “Giaccherini è apprezzato da ogni giocatore con cui ha giocato, da ogni allenatore con cui ha lavorato. Perché Giaccherini non è l’uomo che ti fa vendere i biglietti, ma è l’uomo che ti fa vincere le partite”.