Una guida per il giusto linguaggio allo stadio, con al centro la funzione: “come posso dirlo meglio?”. Indicazioni ai tifosi su come dire la stessa cosa senza offendere altri

Si può fare il tifo per la propria squadra del cuore anche senza sminuire i tifosi o i giocatori avversari. E’ questo il senso dell’iniziativa nata in Germania grazie alla società di consulenza KickIn! e all’Associazione per l’inclusione e la diversità nel calcio, di cui fanno parte molti club e associazioni di tifosi della Bundesliga e del calcio amatoriale. Insieme, hanno creato un sito Internet dal nome “Linguaggio del calcio (“SprachKick”), che intende aiutare i tifosi ad esprimersi meglio, senza utilizzare parole offensive, appunto. Lo racconta la Sueddeutsche. Al centro c’è la funzione “come posso dirlo meglio?”, che illustra, attraverso esempi pratici, come rendere più inclusivo il linguaggio che si usa allo stadio e non solo. Altri modi per dire le cose, insomma, che si tratti della parola “disabile” o di “omosessuale”, modi più delicati, che fanno una grande differenza nella percezione di chi vive tali condizioni.
Per creare il sito c’è voluto più di un anno. La direttrice del progetto, Daniela Vubs, dichiara:
“I club condannano immediatamente le dure offese linguistiche, il che è ovviamente corretto, ma c’è anche un’ampia area grigia al di fuori del bianco e nero. Intendiamo raggiungere quelli che vogliono fare meglio da soli e hanno una consapevolezza fondamentale del loro linguaggio. Inoltre, non vogliamo essere una polizia linguistica, vogliamo solo fornire una guida”.
E continua:
“Il mio desiderio sarebbe che i club portassero il contenuto di SprachKick negli stadi e lo mostrassero, per esempio, sugli schermi”.
Celia Sasic, la nuova vicepresidente della DFB per L’uguaglianza e la diversità, appoggia pienamente il progetto:
“Se vogliamo il calcio per tutti, dobbiamo parlare un linguaggio comune”.
E’ un’ex calciatrice, sa bene che peso ha la discriminazione nel calcio.
Tra i personaggi illustri che sostengono il progetto, ci sono Leon Goretzka, Gerald Asamoah e Thomas Hitzlsperger e l’ex giocatore tedesco Ewald Lienen, che dice:
“Posso urlare in modo meraviglioso, allo stadio, anche senza svalutare le persone”.